Macchia: «Edison, l’Autorità di sistema offende la città, ci spieghi perché preferisce sviluppare altrove e non a Brindisi la logistica»
Le offese gratuite del presidente dell’Autorità di Sistema portuale nei confronti della Cgil, delle associazioni e dei cittadini rappresentano una offesa nei confronti di tutti i brindisini.
Una caduta di stile, da parte di una istituzione, un Funzionario della Stato, che nel tempo non si è mai si è verificata, e che tradiscono un evidente nervosismo. Solitamente chi attacca è perché non ha argomenti sufficienti per misurarsi nel merito delle questioni. E una di queste è proprio la vicenda legata alla costruzione del Terminale Edison per cui si preferisce l’offesa al dialogo temendo il confronto. Lo abbiamo già detto ad altri lo ripetiamo anche allo stimato professore, la Cgil non accetta il “pensiero unico”, crede nel confronto democratico, se ne faccia una ragione anche lui.
Quando all’offesa si aggiunge poi la mistificazione sulle questioni del lavoro poi allora appare chiaro che si cerca di mescolare le carte essendo in palese difficoltà. La Cgil così come le associazioni e gli stessi cittadini hanno perfettamente a cuore le questioni economiche del territorio. Ed è soprattutto per questo motivo che sono scese in piazza il 24 agosto scorso. Sanno perfettamente che se si uccide il porto si perde il più straordinario strumento di sviluppo dell’economia di Brindisi. Sanno che se si perde la logistica che ha potenzialità infinite, per fare spazio ad un unico traffico che arricchisce pochi ed ha scarse ricadute occupazionali, allora c’è un problema. E a proposito di logistica, visto che “siamo ignoranti e non studiamo”, ci spiega il professore come mai visto che c’è una banchina – quella di Costa Morena – perfettamente infrastruttura e intermodale, dato che abbiamo anche speso 70-90milioni di euro di fondi pubblici per portare la ferrovia fino al porto, l’Autorità di Sistema preferisce dirottare il polo della logistica in altre città per far divenire una di queste in particolare, il più importante polo logistico dell’Adriatico, dove ancora si devono effettuare i dragaggi e si devono costruire le infrastrutture quando invece a Brindisi è tutto pronto? Ci spiega il professore perché il suo disegno è ridurre il porto di Brindisi a stazione di servizio lasciando qualche altro scampolo di traffico? Mentre altrove si creano le condizioni per creare benessere e ricchezza per una larga fascia di popolazione.
Per questo la Cgil ha sempre contestato la collocazione dell’impianto e non l’impianto e le sue ricadute come tenta goffamente il professore di mistificare dispensando lezioni a destra e a manca? E la Cgil non è sola visto che ci sono anche ricorsi in atto di realtà industriali che vedono compromesse le loro attività?
Probabilmente, parlare prima dello sviluppo del porto e dell’impianto sarebbe stato molto più utile e proficuo per tutti, perché una differente e più intelligente collocazione non avrebbe portato a resistenze ma a scelte condivise e lungimiranti.
Una valida alternativa, ad esempio, avrebbe potuto essere quella di sfruttare gli ampi spazi del petrolchimico peraltro anche ben infrastrutturato dal punto di vista delle utilities. Purtroppo però ai brindisini si vuole indorare la pillola a giochi fatti con presentazioni di circostanza, e quando si dice che “il re è nudo”, i brindisini diventano “tutti ignoranti”. Grazie professore.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi