Continua a destare preoccupazione il clima di contrapposizione che, più volte, si crea sul territorio brindisino di fronte ad investimenti che poi, col tempo, si riconoscono come necessari ed essenziali.
Guai, perciò, se in determinati casi si fosse assecondata la catena umana degli oppositori; e la questione TAP è ancora storia emblematica recente.
Lo è anche il clima, creatosi in merito al progetto del deposito GNL che Edison intende realizzare a Costa Morena, che rischia di configurarsi come rifiuto definitivo di un dialogo e di una contrattazione sociale che, invece, dovrebbe sempre caratterizzarsi come ricerca quanto più unitaria di processi condivisi, per lo sviluppo e per l’occupazione aggiuntiva nel nostro territorio.
Di fatto, la realizzazione di un deposito di gas naturale nel porto attribuisce oggettivo valore produttivo anche al sistema-Brindisi come lo è per analoghi insediamenti operati in altre città del Paese, nel quadro di un interesse generale: attutire, se non addirittura azzerare, la nostra dipendenza energetica.
Storicamente, la mission delle Organizzazioni sindacali confederali a Brindisi è stata quella di implementare un processo di sviluppo, di presente e di futuro, mirando alla coesione sociale e rendendo attrattivo l’intero territorio, arricchendone la capacità contrattuale nei confronti delle Istituzioni a tutti i livelli e delle Aziende che, in questo territorio, considerano conveniente investire; e creando le condizioni ottimali per implementare un sistema produttivo ad ampio spettro che nulla abbia da invidiare a quello di altre aree regionali e nazionali.
La sostenibilità ambientale di qualsiasi insediamento produttivo è prioritaria e ci caratterizza come Cisl, sia a Brindisi che altrove, quali sostenitori assoluti nelle nostre rivendicazioni.
Farebbero a ciò da contraltare rivendicazioni del genere no-a-tutto, per di più ancorate ad una visione oramai obsoleta dei processi economici in atto sul piano globale, qualora si ignorasse la transizione epocale in itinere – energetica, ambientale, culturale, digitale – con cui tutti ma proprio tutti, compresi i lavoratori, i pensionati, le donne, i giovani, devono potersi e sapersi misurare, oltre alle Aziende ed ai sistemi di Impresa.
Ebbene, la difesa del porto e della retro portualità di Brindisi non può essere unilateralmente ridotta ad un totem, né considerarsi obiettivo vertenziale tra gruppi contrapposti; essa deve confermarsi, viceversa, battaglia comune e ricerca continua di alleanze, innanzitutto da parte di Cgil Cisl Uil intese nelle rispettive articolazioni organizzative anche nazionali e regionali oltreché territoriali.
La dialettica interna alle Organizzazioni è un bene ma deve coinvolgere tutte le Federazioni rappresentative dei lavoratori diretti e dei sistemi appalto e indotto di un determinato sistema produttivo; poi, consumati questi passaggi, vanno condivise unitariamente le scelte da compiere, avendo la consapevolezza che, fare sintesi, a volte comporta cessioni di sovranità, pur di decidere per il bene comune.
Il sistema industriale del territorio di Brindisi è alle prese con un cambio epocale (decarbonizzazione, rischi di delocalizzazioni e non solo) che non può né deve lasciare sul campo morti e feriti, ovvero chiusure di impianti, disoccupazione, desertificazioni.
Come Cisl sentiamo tutto il peso della nostra responsabilità e, anche per questo, continueremo a spendere ogni nostra energia per una vertenzialità a tutto campo, condivisa con le distinte componenti istituzionali e sociali del territorio, nessuna esclusa.