“Sempre più carichi di grano turco provenienti dalla Turchia sbarcano in Italia, in particolare in Puglia. Grano a bassissimo costo, che sta mettendo in ginocchio la produzione dei nostri agricoltori. Considerato che la Turchia non è un Paese esportatore di grano duro, il sospetto è che vi sia un’attività di concorrenza sleale in cui le vecchie scorte di grano russo e kazako vengono immesse nell’Ue tramite la Turchia, per deprezzare appositamente i listini occidentali. Tutto questo va fermato: insieme ad altri colleghi del Parlamento europeo, ho inviato un’interrogazione alla Commissione Ue. Bruxelles deve agire, per fermare la speculazione. E per evitare che gli agricoltori italiani, già duramente provati dell’aumento dei costi di produzione e dalla siccità, siano annichiliti da una concorrenza sleale proveniente da Paesi extra-Ue”. Lo dice l’eurodeputata dei Verdi europei, Rosa D’Amato, commentando l’interrogazione indirizzata al commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski sul caso del grano duro proveniente in Italia dalla Turchia. L’interrogazione è stata firmata anche dagli europarlamentari De Blasis, Picierno (Pd), De Castro (Pd), Fidanza (Fdi), Nesci (Fdi), Adinolfi (Lega), Tovaglieri (Lega), Danzì (M5s), Laureti (Pd), Pedicini (Verdi europei) e Gazzini (Lega).
L’iniziativa è arrivata in seguito alle numerose proteste degli agricoltori italiani, che hanno promosso una raccolta firme per chiedere la verifica di DNA, provenienza e salubrità dei grani che arrivano nei porti d’Italia. “Quando il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, in visita al Parlamento europeo, ci ha messo al corrente della petizione organizzata dagli agricoltori abbiamo ritenuto fondamentale adoperarci per mettere in risalto la questione con i vertici europei. Proteggere la nostra agricoltura e la salubrità dei prodotti italiani è di primaria importanza. Per questo abbiamo fatto il possibile per avere un sostegno bipartisan fra i nostri colleghi in modo da puntare l’attenzione sul tema e impedire che comportamenti scorretti finiscano per danneggiare il nostro tessuto produttivo agricolo”, concludono De Blasis, D’Amato e Picierno, prime firmatarie dell’interrogazione.