Si sono vissute ore di altissima tensione senza precedenti, ieri sera nel carcere di Viterbo. Sei detenuti di nazionalità marocchina hanno infatti messo in scena una protesta che ha assunto rapidamente proporzioni preoccupanti. Come spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “la protesta dei detenuti ha raggiunto un punto critico quando hanno minacciato di auto lesionarsi, mettendo in allarme le Autorità penitenziarie. Immediatamente, anche i poliziotti penitenziari, liberi dal servizio, sono intervenuti per cercare di riportare la calma all’interno dell’istituto carcerario. Il Direttore del carcere ha dunque preso una decisione drastica ed ha autorizzato l’uso della forza per sedare la protesta. Nel frattempo, si è appreso che i detenuti avevano dato fuoco a diversi materassi all’interno delle loro celle, aggravando ulteriormente la situazione. Nella notte, poi, la folle protesta è rientrata”.

Il leader del SAPPE sottolinea che, “la lettura non può non essere ampia e i fatti appena successi partono da altri eventi critici accaduti durante i giorni precedenti. Giovedì notte 50 detenuti, un’intera sezione, non ha fatto rientro in cella per tutta la notte. Comandante e direttore non si sono visti tutta la notte. Hanno bivaccato nei corridoi e nella saletta indisturbati. Solo 8 agenti in tutto l’istituto e nessun provvedimento da parte della direzione. Gravissimo Escalation continuata nella giornata di ieri, prima una colluttazione con morsi e falangi staccate poi i tafferugli della notte. I detenuti sembra si siano “mischiati” nelle sezioni e abbiano nuovamente fatto esplodere proteste e disordini. Barricati in alcune celle con lamette e armi rudimentali, hanno appiccato fuoco a materassi e bombolette del gas. Fumo, scoppi e grida hanno presto coinvolto tutto il reparto. In parallelo un detenuto è deceduto a seguito di un infarto. Nel carcere di Viterbo NON C’E’ PIU’ CONTROLLO nel modo più assoluto. Ed una buona quota parte di responsabilità ce l’ha il direttore del carcere!”.

Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale Capo del DAP Giovanni Russo: “La sua gestione è fallimentare: non fa praticamente nulla, vive isolato dai “suoi” uomini e non sappiamo neppure che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza”.