BRINDISI MERITA UN’OPERAZIONE VERITÀ di Gianfranco Solazzo Segretario Generale Taranto Brindisi
Se, in generale, non c’è verità senza esercizio di coerenza e di responsabilità, Brindisi ed il suo territorio meritano una operazione verità perché se in troppi, oggi, rivendicano la salvaguardia del lavoro e denunciano il rischio di desertificazione industriale ma poi, di contro, demonizzano un giorno si e l’altro pure il settore industriale, da quello energetico a quello chimico, ecco che gli interessi della comunità sono alle prese con un gioco perverso e paradossale, che genera solo confusione.
La Cisl, con equilibrio e senza fare mai sconti a nessuno, in tema di ambiente, di legalità, di salute e sicurezza dentro e fuori i luoghi di lavoro, ha sempre rivendicato sviluppo e crescita di lavoro buono e ben contrattualizzato; al contempo ha rivendicato confronto, partecipazione, corresponsabilità in ordine alla necessità di mostrarsi attrattivi verso gli investimenti produttivi e non già respingendoli ad ogni piè sospinto, specie se gli stessi hanno superato tutti gli ostacoli autorizzativi che fanno del nostro Paese la terra-madre della burocrazia.
Ecco che noi ci sentiamo titolati a denunciare, con cognizione di causa e ancora una volta, qualsivoglia mancata lungimiranza, ad oggi, rispetto a politiche industriali che anticipino i processi di de-carbonizzazione e di competizione globale sul mercato della chimica, con la conseguenza che si rischia di far pagare il costo più alto ai soliti noti, cioè alle lavoratrici ed ai lavoratori, oltreché all’intera economia territoriale.
Il venir meno di realtà produttive come Enel e parte della chimica – LyondellBasell – aprono oggi scenari preoccupanti per l’intero sistema produttivo, per l’occupazione, per il reddito di migliaia di famiglie di lavoratori diretti e indiretti.
E’ questo il tempo, dunque, di rivendicare uniti e senza pregiudizi strumentali né prese di posizioni ibride, nei confronti delle imprese dell’energia e della chimica (contestate per anni ed invitate a dismetterne gli impianti) responsabilità ed assunzioni di impegni a re-industrializzare, per rilanciare sviluppo e occupazione; e, al contempo, analoga responsabilità nei riguardi chi persevera nell’ostacolare investimenti certi, autorizzati ed in linea con il processo di de-carbonizzazione, come rivendicato da tutte le categorie confederali del settore energia.
Le aziende che hanno dato tanto al territorio e dal quale hanno anche preso tanto creando non poche criticità, trasformino le parole in fatti, i progetti illustrati (più volte riproposti sulla stampa), in opere cantierizzabili, a cominciare da Enel e proseguendo con tutto il comparto della chimica, scongiurando che le prime crisi di sistema in itinere rischino di trascinarsi l’intero sistema produttivo brindisino.
Inoltre, il Comitato per la de-carbonizzazione (ex art.24 bis Dl 50/2022) non si dimostri come un’altra azione di maquillage ma sia la sede dove, innanzitutto, vadano definite ed impegnate le risorse finanziarie necessarie per riconvertire i sistemi produttivi, in sintonia con l’ineluttabile processo di de-carbonizzazione in atto e per investire in innovazione di processo e di prodotto.
Se Pnrr, Pnc, ReactEu , RepowerEu, Fondi Sie, Fsc, oltre le sigle contengono un elenco pressoché infinito di miliardi di euro, si smetta di evocarli senza ragionare sulle ricadute concrete sul territorio se è vero, ad esempio, che nel 93% dei bandi Pnrr, tanto il lavoro quanto la parità di genere sono le discriminanti meno focalizzate.
Dunque, per il territorio di Brindisi, le aziende a partire da quelle partecipate da capitale pubblico, le istituzioni a tutti i livelli ed il Governo in primis, esprimano senza altra perdita di tempo una visione di medio-lungo termine non solo per fermare le crisi d’impresa ma anche per rilanciare crescita, sviluppo, occupazione stabile e ben contrattualizzata.
L’attuale clima tra i lavoratori rischia di intensificare tensioni e rabbia, il cui epilogo non è mai preventivabile, pertanto vanno date risposte con responsabilità e trasparenza prima che si approdi ad un impoverimento economico e sociale che Brindisi non merita.
Come Cisl abbiamo sempre espresso disponibilità al dialogo sociale ed alla partecipazione, uniche strade percorribili se si intende mirare al bene comune.