Un’indagine recente condotta dal quotidiano The Guardian, in collaborazione con esperti dell’Università di Utrecht e dello Swiss Tropical and Public Health Institute, ha gettato luce su una situazione allarmante. Praticamente il 98% della popolazione europea vive in zone caratterizzate da un alto tasso di inquinamento atmosferico. L’inquinamento atmosferico che desta maggiore preoccupazione è attribuibile principalmente alle particelle sottili conosciute come PM2.5, che possono persistere nell’atmosfera per periodi prolungati e penetrare nell’organismo umano attraverso l’apparato respiratorio e circolatorio, comportando gravi rischi per la salute.
Per combattere queste emissioni inquinanti e preservare la salute del nostro pianeta e delle persone, L’Unione Europea ha recentemente lanciato una potente iniziativa. Questa iniziativa, conosciuta come Carbon Tax o ” Carbon Border Ajustment Mechanism” è entrata in vigore il 1 ottobre, rappresentando un passo audace verso la tutela dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici.
Che cos’è la Carbon Tax?
Questa Carbon Tax, abbreviata in CBAM, obbliga gli importatori europei di acciaio, alluminio, cemento e altri materiali a pagare per le emissioni di gas serra generate durante la produzione di tali materiali nei paesi al di fuori dell’Unione Europea. Questa tassa entrerà in vigore in maniera completa nel 2026, nel frattempo è in atto una fase di transizione.
Durante la fase di transizione, gli operatori sono tenuti a dichiarare le emissioni associate a questi prodotti senza subire ulteriori oneri fiscali, ma chi trascura questa normativa sarà soggetto a sanzioni. Il CBAM rappresenta un meccanismo unico a livello globale, applicando il prezzo del carbonio del mercato interno dell’UE ai prodotti importati. La sua principale finalità è proteggere le imprese europee che rispettano rigorosi standard di emissioni, scoraggiando pratiche commerciali sleali e la delocalizzazione industriale, mentre promuove l’adozione di tecnologie sostenibili a livello mondiale.
Questo meccanismo è fondamentale per l’Unione Europea nel perseguire gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni e la neutralità climatica entro il 2050. Garantisce una giusta gestione del rischio di spostamento delle emissioni di carbonio e conformità alle regole dell’OMC, mentre incoraggia l’adozione di tecnologie ecologiche a livello globale. La raccolta trimestrale dei dati sulle emissioni e la loro trasmissione alla Commissione europea sono parti cruciali del processo di attuazione del CBAM.
Inoltre, il CBAM fa parte del pacchetto Fit for 55 dell’UE, un insieme di misure ecologiche che mirano a ridurre le emissioni di gas serra dell’UE del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo meccanismo promuove l’equità nei costi delle emissioni, applicando lo stesso costo delle emissioni di gas serra alle importazioni provenienti da paesi al di fuori dell’UE come alle produzioni europee. Questo è cruciale per garantire la competitività delle imprese europee che aderiscono al Green Deal e per scoraggiare la delocalizzazione industriale in paesi con standard ambientali meno stringenti. In sintesi, la Carbon Tax rappresenta un passo cruciale verso la protezione ambientale, la competitività economica e la promozione di una produzione più sostenibile a livello globale, volta a risparmiare sugli sprechi.
Meccanismo in continuo miglioramento
Durante questa fase di transizione, inoltre, saranno raccolti dati sulle emissioni al fine di migliorare la metodologia che disciplinerà la tassazione a partire dal 2026, con la responsabilità per gli importatori di ottenere e presentare certificati CBAM basati sulle emissioni di gas serra per i prodotti soggetti a tale imposta. Verranno quindi raccolte informazioni fondamentali e affrontate le preoccupazioni delle parti industriali coinvolte. L’obiettivo primario è di trovare un delicato equilibrio tra la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della competitività economica.
In sintesi, alla luce di quanto visto fino ad ora, il CBAM rappresenta un passo significativo dell’UE nella sua lotta contro il cambiamento climatico, mirando a responsabilizzare gli importatori e a promuovere una maggiore equità nei costi delle emissioni di gas serra tra l’UE e i paesi non appartenenti all’UE. Con l’entrata in vigore di questa misura, l’UE cerca di dimostrare il suo impegno verso un futuro più sostenibile ed eco-friendly.