FasanoFocusItalia

IL COORDINAMENTO DONNE FIALS DICE NO ALLO SCIPPO DELL’ASILO NIDO DEL NUOVO OSPEDALE MONOPOLI/FASANO

Il Coordinamento Donne della FIALS esprime profonda preoccupazione e condanna l’eliminazione dell’asilo nido aziendale previsto nell’ambito della costruzione dell’Ospedale Monopoli – Fasano per meri motivi di risparmio e di tempi di chiusura dei lavori di termine dei lavori.

“Una siffatta decisione – dice la responsabile del Coordinamento Donne FIALS Elena Marrazzi – rappresenta un grave attacco ai diritti fondamentali delle lavoratrici madri, negando il loro diritto inviolabile a conciliare i tempi di lavoro e di vita familiare.

L’asilo nido aziendale è un prezioso strumento che permette alle lavoratrici di continuare la propria attività professionale garantendo nel contempo un ambiente sicuro e stimolante per i loro figli. La volontà di eliminarne la realizzazione nell’Ospedale situato in agro di Monopoli e Fasano e non certo all’interno di un centro abitato, non solo mette a rischio il benessere delle lavoratrici madri, ma compromette anche la loro partecipazione attiva nel mondo del lavoro”.

Il Coordinamento Donne FIALS sottolinea l’importanza di rafforzare e ampliare tali servizi, anziché eliminarli. La maternità non dovrebbe essere una barriera alla carriera, ma piuttosto un aspetto della vita che viene sostenuto e facilitato attraverso politiche aziendali e governative intelligenti. 

Eliminare l’asilo nido aziendale del nuovo Ospedale Monopoli-Fasano rappresenta un enorme passo indietro nella lotta per l’uguaglianza di genere sul luogo di lavoro.

“Chiediamo al Presidente Michele Emiliano – prosegue la Marrazzi – di riconsiderare questa decisione e di considerare invece il benessere delle lavoratrici madri come una priorità. 

Invitiamo il Presidente della Giunta Regionale, l’Assessore alle Politiche della Salute, il Direttore del Dipartimento Promozione della Salute della Regione Puglia, i Consiglieri Regionali e la Direzione Generale della ASL BA a collaborare per trovare idonee soluzioni che consentano alle donne di continuare a lavorare senza compromettere la cura e l’amore che dedicano alle loro famiglie”.

Condividi: