Questa mattina, a seguito delle richieste di incontro inoltrate a Sua Eccellenza il Prefetto di Brindisi, si è svolto un breve incontro, nel quale per parte FILCTEM CGIL è stata rimarcata l’assoluta assenza di attenzione da parte del Governo Nazionale, sull’area industriale di Brindisi, ad oggi purtroppo non c’è alcuna disponibilità ministeriale per convocare l’incontro sulla Vertenza Basell e/o di riattivare il tavolo sulla Chimica di base e per aprire un focus su sviluppo e consolidamento del Petrolchimico di Brindisi.
Allo stesso tempo assoluta incertezza governativa, anche, in campo energetico, il così detto Decreto di massimizzazione che sanciva le modalità di funzionamento delle Centrali Termoelettriche a Carbone Italiane, emesso dal Governo Draghi, prorogato dall’attuale esecutivo e scaduto il 30 settembre 2023, ha provocato la fermata contemporanea di tutti e 3 i Gruppi di produzione della Centrale di Cerano.
Solo la programmata manutenzione degli impianti assicura oggi attività lavorative, dal prossimo mese, conclusi in previsti interventi, non vi è alcuna certezza di ripresa produttiva.
L’incertezza sulle politiche industriali cresce se si considera la riprogrammazione dei Fondi previsti dal PNRR, per i quali erano in atto attività progettuali e che il Governo rischia di spostare in altri settori. Ulteriore incertezza sulla conferma degli investimenti previsti da ENEL, tra questi i nuovi impianti a ciclo combinato a gas previsti a Brindisi, per i quali bocciato il ricorso delle associazioni ambientaliste al TAR del Lazio, oggi possono passare alla fase di cantierizzazione nel perimetro della Centrale di Cerano, ENEL deve confermare questo importante investimento industriale nel nuovo Piano Industriale che sta predisponendo per fine anno.
Dal Governo ci aspettiamo un confronto con TERNA, che dovrebbe completare le aste del Capacity Market, con una nuova asta per il Polo Elettrico di Brindisi, oltre che attuare nuove connessioni con i paesi esteri, raddoppio dell’interconnessione Galatina Grecia per portare in Italia energia prodotta all’estereo. Le attività di produzione devono essere garantire in Italia per favorire lo sviluppo industriale del Paese evitando ulteriori pericolose dipendenze da paesi esteri, così come già avvenuto con il gas.
Con l’occasione, dopo queste brevi considerazioni, sono stati ufficialmente consegnati a Sua Eccellenza il Prefetto, due Documenti Sindacali unitari, redatti dalla FILCTEM e dalle altre organizzazioni sindacali confederali di categoria, il primo del Comparto Elettrico su ENEL, il secondo del Comparto Chimico sui futuri investimenti di EDISON.
Centrale Enel di Brindisi, respinto il ricorso degli ambientalisti Governo e Istituzioni lavorino per la riconversione a gas
Il TAR conferma la realizzazione di un nuovo impianto a gas per sostituire la centrale a carbone di Cerano, bocciando il ricorso presentato dagli ambientalisti. Confermata la piena legittimità del decreto del Ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica che ha espresso una Valutazione di Impatto Ambientale positiva sul progetto di Enel Produzione per la sostituzione delle unità a carbone esistenti con nuove unità a gas nella Centrale Termoelettrica “Federico II” di Brindisi.
Questo progetto di riconversione è imposto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima PNIEC che prevede la cessazione definitiva dell’utilizzo del carbone per la produzione di energia elettrica (cd. phase out), entro il 31 dicembre 2025 e la realizzazione di nuovi impianti a gas chiamati a garantire una produzione certa di energia complementari a quelli di energia rinnovabile che sono di fatto produzioni intermittenti. Per discutere del “completamento del progetto di risanamento e di riconversione delle aree industriali di Brindisi e Civitavecchia ai fini dell’accelerazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, del rilancio delle attività imprenditoriali della salvaguardia dei livelli occupazionali e del sostegno dei programmi di investimento e sviluppo imprenditoriale” si è svolto un incontro lo scorso 26 luglio.
Quel lungo incontro interministeriale, guidato dal sottosegretario Fausta Bergamotto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, è stato solo interlocutorio e ad oggi siamo ancora in attesa dell’annunciato documento da parte del Governo. Crediamo sia assolutamente necessario procedere con una immediata riconvocazione degli incontri, con specifiche e distinte analisi per ognuna delle realtà industriali, per questo alla luce di quanto definito dal TAR serve il pieno coinvolgimento di Governo, Istituzioni Locali ed ENEL per riprendere tra gli altri il progetto di una nuova centrale a gas.
A questo punto bisogna immediatamente riaprire un serrato confronto, con le Istituzioni Locali Comune, Provincia di Brindisi e Prefettura, per realizzare, anche, a Brindisi ciò che si sta realizzando in altre realtà con centrali a carbone. Fusina, Monfalcone, e negli impianti di Montalto, Tavazzano, Ostiglia, Ravenna, Cassano d’Adda e Marghera, dove oggi sono in fase di realizzazione nuovi e moderni impianti a gas.
Allo stesso tempo bisogna valutare gli impegni industriali per Brindisi su filiere produttive della componentistica per gli impianti di energie rinnovabili e di accumulo, intercettando Fondi del PNRR. La transizione ecologica deve essere equa e socialmente sostenibile senza creare disastri a livello occupazionale, l’intero Paese ha bisogno di un progetto complessivo di politiche produttive, senza far arretrare i settori industriali e manifatturieri, con la piena partecipazione del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Mef e del Ministero del Lavoro.
Edison può contribuire alla Transizione ecologia
A Brindisi un Porto sempre più green con attività integrate
Le segreterie di FILCTEM CGIL – FEMCA CISL e UILTEC UIL, dopo aver registrato gli inaccettabili ritardi da parte di EDISON, ad una adeguata e opportuna presentazione dell’investimento, delle istanze avviate ai vari livelli istituzionali per le dovute autorizzazioni per la realizzazione del Deposito Costiero di GNL nel Porto di Brindisi, qualche mese hanno inviato formale richiesta per un incontro dove valutare l’investimento, lo stato dell’iter autorizzativo, i tempi di cantierizzazione, le ricadute sul porto con i traffici portuali, le opportunità occupazionali in fase di costruzione e di esercizio degli impianti, l’incremento del PIL territoriale.
Abbiamo da sempre considerato l’investimento previsto a Brindisi, rientrante appieno nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, PNIEC che nell’ambito di trasporti e mobilità, prevede la giusta transizione ecologica, con il superamento dei combustibili più impattanti sull’ambiente e la progressiva sostituzione, dei mezzi di trasporto di persone e merci.
L’investimento è compatibile con le missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR al punto di ottenere specifico finanziamento dei Fondi previsti, i quali impongono tempi certi per l’avvio e la conclusione delle opere da realizzare, entro il 2026.
L’impianto EDISON, oggi di GNL domani di BioGNL, completa le infrastrutture inserite nel nuovo Piano Regolatore del Porto, che supera quello attualmente in uso redatto nel lontano 1975 e che pone con forza due leve essenziali, i dragaggi dei fondali di porto interno, porto medio e porto esterno e l’individuazione di aree dove realizzare le vasche di colmate per avere nuove banchine e nuove aree per estendere la zona economica speciale ZES, possibile volano di sviluppo per la logistica portuale a Brindisi.
Un nuovo PRP redatto, dall’Autorità di Sistema Portuale e da SOGESID Società del Ministero della Transizione Ecologica, che ha piena competenza per determinare ogni possibile investimento in aree rientranti nei Siti di Interesse Nazionale SIN, come quello di Brindisi che ha un’estensione di 5.851 ettari di terrenti e fascia costiera.
Un Piano del Porto autorevole per la sua completezza di analisi, che dovrà completarsi con le “osservazioni” dei vari stakeholder, istituzioni e aziende industriali esistenti e che prevedono nuovi investimenti di innovazione e sviluppo che si stanno già concretizzando.
Con l’incontro del 13 settembre ’23 in Confindustria EDISON, ci ha dettagliato le fasi istruttorie, le risultanze delle varie Conferenze di servizio e i chiarimenti su alcuni specifici aspetti.
Registriamo il completamento della fase autorizzativa di un investimento, di circa 150 milioni di euro. Confindustria ci ha informato di aver commissionato al CENSIS uno studio per una valutazione complessiva su ricadute occupazionali dirette e dell’indotto nella fase di costruzione, che riteniamo debba avvenire con l’utilizzo di aziende e Lavoratori locali, le attività collaterali dopo la realizzazione.
Crediamo sia opportuno valutare i tempi delle ulteriori fasi di interlocuzione, anche, istituzionale, per evitare che Brindisi perda questo importante investimento, così come già avvenuto, per il ciclo combinato a gas di ENEL e di tanti impianti di energia rinnovabile.