BON – Brindisi Ostello Nautico :LA MOZIONE UNICA del Consiglio Comunale E’ UN APPRODO DI CIVILTÀ PERCHE’ ADERIAMO ALLA RETE TERRITORIALE “Difendiamo e riprendiamoci il porto”
Il BON APS – Brindisi Ostello Nautico aderisce alla RETE TERRITORIALE “Difendiamo e riprendiamoci il porto”. Il BON con il progetto del villaggio eco-cin-etico ha una visione precisa dello sviluppo per Brindisi.
Lo immagina come una rete pullulante di imprese micro, piccole e medie che operano in una cornice di responsabilità sociale integrata. Servono filiere da completare di cui dovremmo occuparci. Sicuramente non possiamo qui citare tutto ciò che pensiamo ma qualcosa possiamo dire e rimaniamo aperti a tutti. Quindi…
La ns visione vede nel settore terziario la filiera turistica tutta da integrare e potenziare con maggiori servizi e microservizi. Così le imprese artigiane vanno aiutate e riempiti tutti i vuoti di cui necessitiamo per avere produzioni fortemente caratterizzate. Inoltre abbiamo artigiani che possono ancora formare su arti minori e maggiori che vanno salvate.
La ns visione vede l’espansione del settore primario dell’agricoltura di qualità, di difesa del germoplasma, delle colture autoctone e delle aree limitrofe. Cosi come ritiene che le acquacolture possano svilupparsi e caratterizzarsi molto in prodotti unici che stanno nella storia del mare brindisino.
Riteniamo il Porto il cuore di uno sviluppo del turismo da diporto, marittimo da crociera e da traghetti di cui eravamo capitale diurna.
Riteniamo il Porto un hub di una industria diportistica e navale che trova formate in loco le risorse umane per raggiungere traguardi sempre più elevati.
Riteniamo il Porto un expo a cielo aperto sempre più implementabile grazie anche allo SNIM-Salone Nautico di Puglia.
Riteniamo il Porto il fulcro dello sviluppo di una logistica sostenibile su ferro che serva la movimentazione, dal Mediterraneo al Nord Europa, delle imprese esistenti e di tutte quelle che si possono attrarre su lavorazioni di ogni tipo nella ZES, nella ZFD (zone economiche speciali e franche doganali) e anche in altre aree.
Possiamo generare imprese sulle ricerche delle bioplastiche di cui dovremmo diventare nodo di eccellenza, vista la generosità della nostra terra e la produzione di scarti importanti e vista la necessità di generare packaging-involucri per i nostri prodotti agricoli. Questo aiuterebbe la filiera agricola.
Siamo il Porto più adatto per specializzarci nella componentistica per le energie rinnovabili. E ci auguriamo presto anche per l’energia cinetica forse la meno impattante sotto tutti i livelli.
Siamo di fatto una interfaccia importante di un’Africa tutta in movimento.
La ns visione potenzia tutta l’economia soft, cioè quella del paesaggio, della cultura, dello stile di vita brindisino, della nostra storia di cui ancora molto dobbiamo scoprire e possiamo far scoprire. Siamo ricchi di ritrovamenti archeologici e di intere aree tutte in rivelazione. La sezione subacquea del nostro museo Ribezzo è straordinaria ma forse neanche ce ne accorgiamo.
Riteniamo il Porto un gioiello di bellezza naturale e paesaggistica, in cui si affacciano opere architettoniche uniche al mondo come la Colonna terminale della via Appia, la Scalinata Virgiliana, il castello Svevo e il castello Alfonsino.
Un Porto con un affaccio anche di opere più moderne come il monumento al Marinaio d’Italia che si staglia al centro dei due seni, il Quartiere Sciabiche, il Villaggio Pescatori, il monumento omaggio a Virgilio di Floriano Bodini e la splendida Vecchia Stazione di Brindisi Marittima che rientra nell”Atlante delle linee ferroviarie dismesse” nonché approdo delle Valigie delle Indie. Nel Porto si affacciano anche il Palazzo Montenegro e l’Hotel Internazionale, anche sede di Brindisi Capitale d’Italia, e altri palazzi di pregio. E’ ricca la diversità storica di ciò che popola il Porto e la città come emergenze storiche e architettoniche.
Riteniamo il Porto in grado di offrire una fruizione e una godibilità assai pregiata con tutte le sue trattorie, bar, ristoranti e gelaterie di qualità. Non manca la cura con cui accogliamo che non dovremo dimenticare.
Il Porto ha una onorificenza di alto pregio poiché l’UNESCO lo ha riconosciuto Porto di Pace dal 2010.
E tutto ciò che, poi si snoda nella città non è di meno, abbiamo moltissimo e dobbiamo farlo diventare il nostro oro che è iridescente poiché questa è un’economia di pace. Che ancor di più può generare benessere e sviluppo se sarà capace di comprendere che adottare la responsabilità sociale di tutti, delle imprese, delle organizzazioni profit e non profit, delle istituzioni, dei territori e degli individui riesce a dare quella coesione, quella bellezza di cui vi è bisogno di fronte a troppo malessere e bruttezza di cui siamo irrorati. Basterà pensare che ogni volta che si compie un’azione per un prodotto o un servizio, siano valutati in anticipo tutti gli impatti sociali, ambientali e culturali e si scelgano le miglior soluzioni che non danneggino nulla delle tre dimensioni. Avremo generato così una qualità olistica dello sviluppo e potremo brillare come città della PACE e come CITTA’ SOCIALMENTE RESPONSABILE. Noi terra di confine e di pace.
PER QUESTO SIAMO PER DIFENDERE IL PORTO DI BRINDISI DA UNA VISIONE CHE CHIUDE TUTTO CIO’ AI CITTADINI E ALLE FUTURE GENERAZIONI. Siamo un Porto strategico che ha bisogno di donne e uomini umani e amorosamente legati alla città. Che mettano in campo immediatezza di azioni responsabili in una densa lungimiranza sociale, ambientale e di un’economia di pace che è assai più inclusiva e durevole di ogni altra scelta. Essa evita il danno più grande che sta avvenendo: l’ecocidio, che non si risolve tecnicamente ma viene dal recupero dei valori di base e dal cambiamento del nostro rapporto con la natura.
Fabrizia Paloscia portavoce BON-APS