“SIAMO TUTTE SORELLE DI GIULIA” 

Questa non è libertà di espressione, ma un messaggio sociale pericolosissimo che offende le donne e il dolore  altrui, privo di sensibilità e attenzione verso temi drammaticamente attuali e delicatissimi che riguardano  tutte le donne.  

Voglio raccontarvi una storia recente, la mia storia e quella delle lavoratrici che rappresento sul territorio  brindisino e il dolore che resta ai familiari delle vittime di violenza. 

Pochissimi giorni fà, dopo anni di lotta dura e continua al precariato e di battaglie territoriali serrate, per  favorire processi di stabilità occupazionale ed internalizzazione, dopo tanti documentabili incontri, manifestazioni, sit-in, presidi, comunicati stampa, verbali e atti propositivi, progettuali con le istituzioni di  costruzione a favore di chi si occupa di professioni d’aiuto (lavoratrici per l’ 80% donne ),venivo informata  dalle stesse lavoratrici che con il mio nome citato in modo visibile erano state rilasciate dichiarazioni a mezzo  stampa in cui ero sottilmente accusata di favorire processi di esternalizzazione e la gestione con affidamento  di servizi all’esterno di cooperative, ovvero il contrario delle battaglie da me sempre perseguite. Notizia falsa  e lesiva nei miei confronti e nei confronti di tutte le lavoratrici che hanno tanto contribuito in questi anni per  raggiungere livelli accettabili di occupazione stabile e indeterminata. A ciò sono seguite innumerevoli istanze 

delle operatrici del sociale e anche la rabbia di chi come me e con me si era tanto spesa e si spende tutti i  giorni per favorire processi di valorizzazione professionale delle persone e di internalizzazione e  stabilizzazione. 

Basti pensare che in questi ultimi anni grazie ad azioni di proposta e protesta territoriali incessabili, sindacali che ci hanno viste protagoniste come CGIL ed FP a Brindisi si sanano 504 posizioni occupazionali per gli  operatori della sanità pubblica e tantissimi operatori del sociale con picchi di precariato atavici, storici a  partire dal 2009: tecnici dell’inserimento, educatori, assistenti sociali, pedagogisti, ecc. ecc, in alcuni ambiti  e consorzi. Significativo anche il mio ulteriore ruolo sindacale, Segretaria Generale anche del NIdil CGIL  BRINDISI, categoria che si batte da sempre in modo peculiare per il superamento del precariato esistente. 

Ciò quindi è nostra essenziale prerogativa. Dopo tali dichiarazioni a mezzo stampa ricevute ho ritenuto  doveroso attivare gli uffici legali della FP CGIL BRINDISI a tutela di immagine della categoria e delle lavoratrici e solo dopo qualche ora ed interlocuzione in cui segnalavo azioni di querela, arrivava una palese smentita  con una citata confusione momentanea a seguito delle dichiarazioni espresse a mio danno precedentemente.  

Oggi invece comprendo e capiamo, come FP Cgil Brindisi che la confusione non era momentanea, ma probabilmente duratura, fortemente ancorata e legata al pensiero da esprimere necessariamente contro le  donne e persino contro quelle come la sorella di Giulia che hanno tanto sofferto.  

Le vittime di violenza sono coinvolte direttamente e pagano in moltissimi casi anche il prezzo altissimo della  vita. I dati del femminicidio, infatti solo negli ultimi 11 mesi riportano un conteggio spaventoso: 106 le vittime  donne in Italia, ma non dobbiamo dimenticare le altre vittime coinvolte nella violenza che sono soprattutto le figure familiari che restano, come la sorella di GIULIA e le donne che continuano a subire violenza  psicologica, le sopravvissute. 

Ci sono donne che continuano a combattere per le donne e contro queste azioni di confusione, tutti i giorni  e lo faremo ancora e di più, ogni volta che una donna verrà offesa ed in qualsiasi contesto di riferimento. 

Non lasceremo la sorella di GIULIA da sola ed a lei va’ tutta la nostra vicinanza e solidarietà.  

Per Giulia, per la sorella di Giulia e per tutte le Giulia del mondo e di Brindisi ribadiamo con forza no alla  violenza manifesta, palese, verbale, nè subdola sulle donne, no alla violenza fisica e psicologica, no alla  cultura patriarcale che è ancora presente nei giorni nostri e nei nostri territori.  

 FIRMATO:  La segretaria provinciale con delega alle politiche di genere FPCGIL BRINDISI   CHIARA CLEOPAZZO