Tuffarsi di corsa nelle reti intermodali dei trasporti per non essere più figlia di un Dio minore

Ho fatto un sogno: Brindisi è ricchissima, ha rigenerato i luoghi abbandonati e germoglia, il porto e l’estesissimo retroporto hanno attratto decine e decine di aziende medie, piccole e micro manifatturiere, del terziario avanzato e di servizi. I brand dell’alta moda ci hanno scoperto e si sono incastonati nei nostri paesaggi perché attingono creatività e cultura. Il capannone Montecatini è diventato l’hub culturale delle rassegne pan-mediterranee e della Dieta Mediterranea, la via Appia è diventata patrimonio Unesco, i vertici dell’interesse del turismo culturale la mirano, tutta la nostra viabilità storica Traiana e Francigena è ormai riconosciuta. Il Bon è pronto e tutte le università del mondo vogliono prenotare permanenze e corsi. 

Tutti parlano di noi, della ridente città sul Mediterraneo, i media ci esaltano, siamo rinati, ci siamo rigenerati, abbiamo imparato a lavorare insieme al di là delle parti, siamo cresciuti in responsabilità e abbiamo buttato via l’ignavia e la gelosia, abbiamo sedato la facile conflittualità di chi tutto critica ma non immerge mai le mani nel fare. Siamo usciti fuori da una adolescenza di cittadinanza, non siamo più soggetti a tempeste ormonali egoiche e personalistiche. Abbiamo capito che cosa è costruire un’economia di pace. E tutti siamo più ricchi di amici e ci divertiamo tanto perché costruire insieme è eccitante, energizzante. Ci diamo ai convivi estesi, non solo familiari, le famiglie non di sangue si sono allargate e accolgono i forestieri, come sempre abbiamo fatto nella nostra storia. Stiamo bene e Brindisi splende, stiamo bene e non ci ammaliamo più, tutto è cooperazione veloce e produttiva. E Brindisi diventa sempre più bella, perché si è presa la luce di ognuno di noi e finalmente ha rotto la griglia carceraria a cui era condannata. Tutto avanza nel rispetto, gratitudine e riconoscenza a Madre Terra ma anche a chi sa dare per il bene di tutti, a chi sa vedere, a chi costruisce bellezza e armonia. Tutto genera una nuova cultura e stile di vita, l’economia è socialmente responsabile e non si sfalda, è durevole poiché si è allungata la catena quintupla del valore sociale, economico, ambientale, territoriale e umano.  

Maaaa ora tutto diventa buio, è un incubo! Ci siamo dimenticati che servono i mezzi, le strade e i corridoi, nessuno potrà scoprire tutto quello che abbiamo preparato, nessuno potrà godere della bellezza che abbiamo apparecchiato, nessuno potrà vedere nulla, produrre nulla, spostare nulla … Ci siamo distratti sulle cose più vitali: le strade di terra, di ferro e di acqua. Ci siamo scordati che senza una intermodalità negli spostamenti di persone e merci ci perdiamo tutto. 

Allora svegliamoci prima che si perda l’inserimento nel tracciato dell’alta velocità che arriva fino a Bari e scade entro fine anno. Svegliamoci per stare dietro a prendere i finanziamenti per le piste della ciclopedonale adriatica. Sbrighiamoci a dare forza, a chi lo sta facendo, al corridoio paneuropeo 8 che collega l’Europa occidentale con Albania, Macedonia e Bulgaria, stiamo allerta a tutta la partita dei corridoi Ten-t le reti trans-europee dei Trasporti che sono delle infrastrutture lineari (ferroviarie, stradali e fluviali) e nodi urbani, porti, aeroporti, interporti. Possiamo ancora pensare di rientrare nella rete dei porti core, cioè quei porti che rappresentano la rete delle autostrade del mare europee che dovranno risolvere gli spostamenti di merci e persone in modo molto meno impattante poiché sono autostrade blu. Abbiamo tutto e senza distrazioni dobbiamo inserirci in tutte queste reti ricche di finanziamenti prima che i giochi si chiudano del tutto. 

Abbiamo fatto un sogno, ci siamo svegliati e tutto sta accadendo.  Fabrizia Paloscia – portavoce BON-Aps