Dalla stampa ho appreso, dopo attenta lettura, la posizione dell’Ordine degli  Ingegneri della Prov. Di Brindisi in merito alla correttezza procedurale e del rispetto  normativo attuato dagli Organi preposti per la realizzazione delle piste ciclabili che  tanto stanno animando l’opinione pubblica Brindisina, al punto da far intervenire la  massima autorità tecnica della Provincia. 

Innanzitutto vorrei sottolineare il fatto che le informazioni date dal Presidente  dell’Ordine, come dire, non fanno una piega per lo meno per quella che è la parte  meramente “metrica”, sicuramente le misure sono state tutte rispettate. 

Vorrei però sottolineare che compito di un professionista non è solo quello di dare  le misure, per quello ci si può rivolgere ad un semplice “muratore” senza offesa per  la categoria ovviamente, è solo per chiarire. 

Secondo me quando una Amministrazione Comunale si rivolge o a propri tecnici o a  tecnici esterni “qualificati”, questi debbano, sì dare “dei numeri” ma a fronte di uno  studio propedeutico che guardi in maniera “allargata” e professionalmente  accettabile la problematica in esame. 

A questo punto delle domande vanno poste al Sig. Presidente dell’Ordine, al quale  chiederei se è possibile attuare quella che non esito definire una “variante” al PUT  (Piano Urbano del Traffico) senza tenere conto dell’impatto delle scelte che si  intendono apportare e che sostanzialmente vanno a modificare l’impianto stesso del  PUT. Inoltre nello studio del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile),  sviluppato con la partecipazione della cittadinanza in piena emergenza COVID,  viene detto che “Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Brindisi è un  importante strumento di pianificazione della mobilità che mette insieme le azioni già  realizzate, quelle in corso e ne programma di nuove, con un orizzonte di medio e  lungo termine”. Questo era riportato nel “questionario” pubblicato il 16/11/2021  dal Comune di Brindisi; quindi se tutto ciò è vero, chiedo al Sig. Presidente se i  professionisti incaricati dello studio in questione hanno guardato al PUT ed alla sua  reale applicazione così come era stato approvato dal C/C in passato o piuttosto  hanno guardato alla necessità di “spendere” i finanziamenti?

In attesa della risposta vorrei contribuire al confronto dando un suggerimento, che  tenga conto dello stato dell’arte e delle esigenze che ritengo non siano capricci della  cittadinanza, come qualcuno vorrebbe far credere, o ritorsioni verso i precedenti  amministratori, per la seconda ci hanno pensato gli elettori mentre per la prima è  assolutamente vero che il problema c’è e che questa Amministrazione dovrà  risolvere. 

A mio parere, non potendo più rimuovere ciò che è stato fatto, bisogna riprendere il  discorso attraverso una “Variante di progetto” che tenga conto della necessità di  allargare la sezione stradale e, l’unico modo, è quello di eliminare i parcheggi lungo  l’arteria di viale A. Moro e costituirne di nuovi in aree (ve ne sono diverse nelle  vicinanze) a ciò destinate dal PRG (Piano Regolatore Generale); aumentare gli stalli  per i portatori di handicap nelle strade che danno la confluenza all’arteria principale.  Solo così ritengo si possa risolvere il problema del traffico ed i correlati disagi a cui  abbiamo assistito ultimamente, mi sorprende però, considerata la situazione  debitoria del comune che non può intervenire con ulteriori costi per modifiche  economicamente improponibili, che la soluzione non sia venuta dai cosiddetti  “Professionisti”. 

Jacopo STICCHI 

Consigliere Comunale