Protesta la Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Rieti per l’incredibile situazione che gli Agenti e gli altri ristretti sono costretti a subìre per l’eccessiva tolleranza garantita ad un detenuto straniero. Spiega Maurizio Somma, segretario nazionale SAPPE per il Lazio: “La situazione interna al carcere è diventata invivibile. Succede infatti che, da un bel po’ di tempo, la Casa Circondariale di Rieti sia in balia di un solo detenuto di origini nordafricane, ristretto presso il Reparto detentivo G, al quale pare che la Direzione ha autorizzato la detenzione in cella di una “cassa acustica compresa di chiavetta USB” contenente brani musicali originari del Continente africano”. Somma spiega che “il detenuto, in barba a tutte quelle che sono le regole della detenzione, continua quotidianamente ad usufruire dell’oggetto autorizzato per creare baldoria all’interno della sezione dove egli è stato ubicato. Per quanto ci viene rappresentato, si tratta di un detenuto facinoroso, autore di quotidiane infrazioni disciplinari nonché di minacce e tentativi di aggressione al personale di Polizia Penitenziaria operante presso la struttura Penitenziaria. Sembra che la stessa Direzione carceraria non intervenga, lasciando correre ogni tipo di infrazione commessa da quest’ultimo”.

Per il primo Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, prosegue Somma, “questi soggetti andrebbe applicata immediatamente la misura dell’articolo 14bis Ordinamento Penitenziario, in modo tale da riuscire a dare un’indicazione mirata a tutti quei detenuti i quali pensano che il carcere sia una piazza dove fare ciò che si vuole. La denuncia del SAPPE è ferma nel condannare tali atteggiamenti da parte dei reclusi ma allo stesso tempo condanniamo l’inerzia della Direzione della Casa Circondariale di Rieti, che sta facendo orecchie da mercante su tutto quando sta accadendo al suo interno: tale inerzia ci incomincia a far credere che sarebbe il caso che lo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria pensasse di avvicendare i vertici della Casa Circondariale, poiché stanno facendo vivere al proprio personale di Polizia Penitenziaria giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale”. Somma evidenzia che il SAPPE chiederà un’ispezione ministeriale in carcere per verificare le molte anomalie che si registrano sistematicamente sull’organizzazione del lavoro del Personale di Polizia Penitenziaria, con conseguente inasprimento della tensione nella Casa Circondariale: “Ormai a Rieti il carcere è allo sbando e per questo torneremo a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità di un Istituto che non è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno dell’Istituto”

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Segnaleremo nelle prossime ore al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma le significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale di Rieti e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità. L’episodio denunciato dai nostri segretari conferma, a parere del SAPPE, come la gestione e l’organizzazione della Casa Circondariale di Rieti sono decisamente deficitarie per cui occorre che le Autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine, con una ispezione interna e con l’avvicendamento del Direttore e del Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, che non sono in grado di fare fronte alle costanti e quotidiane criticità”.