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BRINDISI.MALATTIE INFETTIVE, IL PRIMO DICEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO HIV E AIDS

Come ogni anno, il primo dicembre si celebra a livello mondiale la giornata per la lotta contro l’Hiv e l’Aids.

Per l’occasione l’unità operativa di Malattie infettive dell’ospedale Perrino di Brindisi vuole sensibilizzare sul tema i cittadini, in particolare i più giovani, ricordando che negli ambulatori è possibile sottoporsi in forma gratuita al test per l’Hiv, senza prenotazione né richiesta da parte del medico curante.

“Sembra anacronistico parlare di questo argomento – sottolinea il direttore generale della Asl Maurizio De Nuccio, che venerdì alle 11.30 visiterà il reparto accompagnato dal direttore Salvatore Minniti – in quanto da tempo Hiv e Aids hanno perso quella rilevanza mediatica che contraddistingueva l’infezione negli anni novanta. Invece in alcuni casi è bene sottoporsi al test: per questo il reparto ha voluto approfittare di una giornata simbolica per lanciare questa iniziativa di sensibilizzazione”.

Minniti evidenzia che “per chi ha una vita sessuale attiva, principalmente se con una storia di partner multipli e occasionali, il test per l’Hiv è fortemente raccomandato anche perché è semplice da eseguire e totalmente gratuito. La diagnosi precoce ha un doppio vantaggio: non trasmettere in modo inconsapevole il virus agli altri e avere l’opportunità di iniziare la terapia antiretrovirale che garantisce qualità e aspettative di vita paragonabili a quelle della popolazione generale”.
Se si ha timore di aver avuto un comportamento a rischio, l’ambulatorio di Malattie infettive, al quarto piano del Perrino (tel. 0831 537397), tutti i giorni feriali, dalle 8 alle 12 offre il test per Hiv gratuitamente e con la formula dell’accesso diretto.
“Eseguire il test in una struttura accreditata – spiega Minniti – è preferibile perché si ha anche la possibilità di un colloquio chiarificatore con i nostri specialisti infettivologi, un momento essenziale per gestire l’ansia di chi teme di aver contratto l’infezione. Le persone che assumono correttamente una terapia efficace e hanno una carica virale, cioè la quantità di virus nel sangue e nelle secrezioni, non rilevabile non trasmettono l’infezione. Se non è rilevabile non è trasmissibile: un messaggio fondamentale per abbattere lo stigma nei confronti delle persone che convivono con l’infezione da Hiv e per mettere in risalto come anacronistiche e prive di alcun fondamento molte delle paure che tuttora circolano quando ci si riferisce a questa infezione che, oramai, è potenzialmente mortale solo se non si sa di averla contratta”.
Nel 2022 in Puglia, secondo i dati aggiornati dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale sono state segnalate 130 nuove diagnosi: oltre il 60 per cento di questi pazienti si è presentato con una infezione diagnosticata tardivamente e sintomi suggestivi di uno stadio immunitario già compromesso. “Questo dato regionale – prosegue Minniti – è in linea con quello della provincia di Brindisi dove lo scorso anno sono state riscontrate più di 20 nuove infezioni da Hiv, con un trend di crescita rispetto agli anni precedenti. È bene sottolineare un aspetto: nella maggior parte dei casi le infezioni vengono diagnosticate in quei soggetti che hanno sviluppato sintomi della malattia. Ne consegue che le diagnosi segnalate rappresentano solo la punta dell’iceberg di un’ampia platea di soggetti positivi, inconsapevoli di esserlo e pertanto non noti ai nostri ambulatori specialistici”.
Secondo le stime del Programma delle Nazioni unite UNAIDS riferite al 2022 le persone che vivono con l’infezione da Hiv nel mondo sono circa 39 milioni. Lo scorso anno ci sono state un milione 300 mila nuove diagnosi, e 1.888 in Italia, con un’incidenza più elevata nella fascia di età tra i 30 e i 39 anni. Il numero più elevato di diagnosi, oltre l’85 per cento del totale, è attribuibile alla trasmissione sessuale, sia etero ma più frequentemente omosessuale.
La malattia, rappresenta tuttora, anche in provincia di Brindisi, un enorme problema per la condizione di “semiclandestinità” in cui sono costretti a vivere i pazienti che contraggono l’infezione. “Ciò è da attribuire, principalmente – dice ancora Minniti – alla mancanza di campagne di informazione. Il risultato è che, ad oltre quarant’anni di distanza dalla sua comparsa, moltissimi sono coloro che non conoscono la differenza che esiste fra contrarre l’infezione da Hiv e sviluppare, invece, l’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita”.
L’Aids, infatti, è una fase avanzata e conclamata dell’infezione da Hiv e può manifestarsi anche molti anni dopo il contagio quando le cellule del sistema immunitario sono depauperate a tal punto dalla presenza del virus, che l’organismo va incontro a infezioni, anche mortali, da parte di germi denominati come “opportunisti” perché approfittano della condizione di fragilità immunitaria del paziente.

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