BRINDISI.Macchia: «Giù le mani dai lavoratori del pubblico impiego, No alle gabbie salariali»
Il pericoloso colpo di mano messo a segno in nottata dalla maggioranza di Governo rappresenta, insieme con il disegno scellerato dell’Autonomia differenziata, una volontà chiara di creare un Paese di serie A e uno di serie B che vede il nord nella massima serie e il sud relegato al piano inferiore.
L’ordine del giorno approvato, che impone all’esecutivo di imporre le famigerate «gabbie salariali», è un disegno antisociale, meschino e privo i qualsiasi forma di solidarietà tra gli stessi cittadini italiani. Non solo. Punta ad aumentare i divari tra nord e il sud del Paese in netta antitesi anche con quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
E così, anziché aumentare i salari, fermi a 20 anni fa, per contrastare la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, anziché approvare il «salario minimo», con un blitz in nottata una pattuglia di senatori leghisti ha proposto e fatto approvare un atto con cui impegna il Governo a «valutare l’opportunità di provvedere con apposito provvedimento un intervento sulla contrattazione del pubblico impiego» e auspica per «alcuni settori come il mondo della scuola un’evoluzione della contrattazione» proponendo una «base economico-giuridica uguale per tutti, aggiungendo una quota variabile di reddito temporaneo correlato al luogo di attività». Che cos’è questa idea se non la riproposizione in altra salsa delle «gabbie salariali»?
Passasse questo principio insegnanti, medici, infermieri, dipendenti di enti pubblici dovrebbero costare più al nord e meno al sud sancendo di fatto cittadini di serie A e di serie B, un disegno che va contro gli stessi dettati Costituzionali.
Per questo motivo occorre avversare con decisione questa deriva, lotteremo per questo con ogni strumento legale possibile perché questa forma di discriminazione nei confronti di cittadini di uno stesso Stato è inaccettabile. Si tratta di una deriva assurda che assieme al progetto di Autonomia differenziata creerebbe una profonda spaccatura nel Paese. Un Paese già nei fatti spaccato se si pensa solo al fatto che già oggi lo Stato investe per un cittadino del nord circa 18 mila euro all’anno mentre per uno del Mezzogiorno 13mila, una vergogna intollerabile contro la quale ci opporremo con tutte le nostre forze e con tutte le azioni possibili.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi