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UliVivo.Xylella e Unione Europea: l’Italia non è mai stata condannata per la terza censura

L’archiviazione della procedura d’infrazione riguarda solo due accuse di inadempienze,  sulla terza accusa l’ITALIA NON E’ MAI STATA CONDANNATA   DALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA  perché la Commissione Europea NON è riuscita a dimostrare   il nesso di causalità fra il mancato abbattimento degli ulivi e la diffusione del batterio  

In questi giorni è stata diffusa dalla stampa la notizia (di cui si sapeva già da aprile scorso) che l’Unione  Europea ha archiviato la procedura di infrazione contro l’Italia per le inadempienze nel contenimento della  Xylella fastidiosa, citando la sentenza (ex articolo 258 TFUE C-443/18) con cui la Corte di Giustizia Europea  aveva condannato l’Italia per tre inadempienze specifiche: la prima per “non aver rispettato l’obbligo di  rimuovere immediatamente gli alberi infetti”, la seconda per “non aver rispettato l’obbligo di monitoraggio  della presenza del batterio nella fascia di 20 chilometri della zona di contenimento” e la terza, per “un costante  e generale inadempimento dell’obbligo di impedire la diffusione della Xylella fastidiosa attraverso successive  e singole violazioni delle misure stabilite dalla decisione di esecuzione 2015/789 modificata”. 

L’atto di archiviazione non risulta ancora pubblico, pertanto, non possiamo ancora esprimerci sulle  motivazioni. 

Tuttavia, possiamo sicuramente informare la cittadinanza che il messaggio diffuso a mezzo stampa omette di  dire che l’archiviazione riguarda solo i primi due punti poiché il terzo punto è stato respinto dalla sentenza  della Corte di Giustizia Europea già nel 2019 (sentenza C-443/118 del 05/09/2019) che, dunque, non ha  condannato l’Italia su questo punto perché la Commissione europea NON ha dimostrato il nesso di casualità  fra la violazione degli obblighi europei in tema di mancata eradicazione degli olivi e la diffusione del batterio,  ovvero “la Commissione NON HA DIMOSTRATO che la Repubblica italiana sia incorsa in un costante e  generale inadempimento dell’obbligo di adottare le misure necessarie per impedire la diffusione del batterio  Xf attraverso successive e singole violazioni delle misure previste dalla decisione di esecuzione 2015/789  modificata”. 

Tuttavia, sulla base di questa grave e sospetta omissione, qualche associazione di categoria e qualche politico  utilizza l’archiviazione della procedura di infrazione per tornare a invocare “eradicazioni chirurgiche  tempestive”, velocizzazione “dell’iter di autorizzazione per l’utilizzo delle nuove cultivar” e operatività del  “Tavolo di coordinamento emergenza Xylella” (dopo 10 anni), insieme alla oramai più che evidente falsità dei  21 milioni di alberi infetti e dell’ inesistenza di cure, che continuano ad essere ripetute come un mantra e come  se nulla in questi dieci anni fosse accaduto!  

In pratica, bisogna continuare a distruggere il paesaggio e a liberare suolo e bisogna farlo presto, visto che il  2025 terminerà la possibilità (stabilita dal Decreto 27 del 21/05/2019 poi convertito nella Legge n. 44) di  espiantare ulivi – anche monumentali – senza dover dimostrare né che sono positivi a Xylella, né tanto meno  che sono disseccati. Questa strage continua nonostante è evidente a chiunque (soprattutto quest’anno vista  l’elevata produzione di olive) che nella Piana degli Ulivi Monumentali e nel sud barese gli ulivi sono in ottimo  stato vegetativo e produttivo, e per questo continuano a fioccare ricorsi e resistenze da parte della popolazione. 

 

Marilisa Picca
per conto di UliVivo, 
comitato di cittadini e associazioni in difesa degli Ulivi della Puglia
 
 
 
 
 
 
 
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