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NAPOLI, ANCORA UN DETENUTO SUICIDA NEL CARCERE DI POGGIOREALE: “SERVE UNA ASSISTENZA SANITARIA MIRATA PER GLI OLTRE DUEMILA DETENUTI PRESENTI

POCO POSSONO FARE I (POCHI) AGENTI E LA STESSA DIREZIONE…”

Terzo suicidio in carcere a Napoli Poggioreale dall’inizio dell’anno e tornano ad alimentarsi le polemiche per il mancato recepimento dei richiami del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che aveva denunciato giorni fa una situazione limite nel carcere più affollato d’Europa. “Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea. E se si tratta della terza persona che, dall’inizio dell’anno, si uccide in cella, allora il termine ‘ecatombe’ non è un termine ad effetto ma la pura realtà”, denuncia Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “L’uomo suicida sembra che avesse alle spalle una situazione familiare complicata, ma non è dato sapere allo stato le reali ragioni dell’insano gesto. Certo è che avere un fine pena breve e decidere di uccidersi sconvolge tutti”.

Guacci evidenzia come “questi tre suicidi, che si sono susseguiti negli ultimi tempi, sono anche le conseguenze di numerose criticità che il SAPPE sta denunciando da tempo ai vertici regionali e anche dipartimentali. Da anni denunciamo il grave sovraffollamento dei detenuti a Poggioreale dove, a fronte di una capienza regolamentare di 1.571 posti, oggi sono presenti 2.020 persone, delle quali circa la metà con posizione giudica di definitivo. La situazione sembra essere peggiorata, poiché con la chiusura di alcuni Padiglioni per lavori di ristrutturazione solo una parte dei detenuti sono stati trasferiti mentre altri sono stati smistati presso altri Reparti comportando a carico del personale di Polizia Penitenziaria disordine e caos organizzativo. Altra parte dei detenuti sono stati trasferiti presso altre strutture penitenziarie campane, creando disordine e sovraffollamento come ad esempio ad Avellino, Salerno, Ariano, strutture già in una forte condizione di criticità gestionale e amministrativa. Da tempo denunciamo l’inidoneità della struttura antica di Poggioreale non è più rispondente a quelli che dovrebbero essere gli spazi adeguati a porre in essere programmi di trattamento e rieducazione. Ma la cosa più grave, denunciata da tempo dal SAPPE, è la mancanza di psicologi e altre figure professionali”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, nei giorni scorsi aveva lanciato un vero e proprio grido d’allarme, purtroppo rimasto “un grido nel silenzio”: “E’ semplicemente scandaloso ed assurdo”, aveva detto,“che il carcere napoletano di Poggioreale, con oltre duemila detenuti presenti – il più affollato d’Europa! – abbia in servizio solamente due medici psichiatri!”. E’ così: è assurdo ma e proprio così. E non avere gli strumenti umani e organizzativi sanitari, psicologici e psichiatrici in un carcere che la media di duemila presenti al giorno taglia le gambe ai poliziotti penitenziaria, carenti pesantemente in organico, ed alla stessa direzione di Poggioreale. La Polizia Penitenziaria non ce la fa più a gestire questa situazione: denunciamo ancora una volta la grave carenza di medici all’interno delle strutture penitenziarie della regione Campania e soprattutto del personale medico specializzato (psichiatrici e psicologici) e la necessità di integrazione dello stesso visto che la Conferenza Stato Regioni individua per ogni 350 detenuti un solo medico psichiatra, un solo psicologo e un solo professionista sanitario. Nel carcere di Poggioreale invece ci sono solo due psichiatrici presenti la mattina mentre il pomeriggio non vi è nessuna figura di supporto psicologico. A tutto questo si aggiunga la gravissima carenza di poliziotti penitenziari”. “Come si fa a lavorare così?”, conclude, amareggiato, Capece.

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