Angiografo a disposizione del Perrino è il migliore e meno radioattivo tra quelli in uso in Puglia, ma lavora a metà

“Oltre al danno la beffa. L’angiografo a disposizione dell’ospedale Perrino di Brindisi per il servizio di radiologia interventistica è il migliore tra quelli a disposizione degli ospedali pugliesi. Si tratta, infatti, di un angiografo biplanare di ultima generazione, attualmente in uso per lo svolgimento di prestazioni in modalità monoplanare, ossia a mezzo servizio, dall’ottimo reparto di Chirurgia vascolare e Cardiologia interventistica. E per fortuna che lo usano in modo eccellente i chirurghi vascolari e i cardiologi, con la collaborazione dell’altrettanto eccellente personale infermieristico e tecnico del blocco operatorio, altrimenti starebbe fermo ad aspettare che i burocrati sanitari la smettano con il gioco dei problemi risolti sulla carta (i protocolli) e comincino a destinare a Brindisi – in modalità provvisoria, interaziendale e con indennizzo – il personale necessario a formare l’organico che in via ordinaria dovrà provvedere alle prestazioni. Se vivessimo in un Paese normale, non si verificherebbe il caso in cui il servizio di radiologia interventistica funziona in ospedali con attrezzature tecnologicamente più arretrate, mentre è sospeso nell’ospedale con tecnologia più avanzata. E c’è da dire che oggi, lunedì 29 gennaio 2024, a tredici giorni dall’impegno a riaprire a tamburo battente, ancora niente”.

Lo dichiara il consigliere regionale Fabiano Amati.

“A Brindisi è in dotazione un angiografo biplanare, acquistato qualche anno fa proprio per la neuroradiologia interventistica, in grado di restituire una visualizzazione anche in tre dimensioni per il trattamento delle patologie cerebrali e spinali.
Ma questa macchina non è usata per la missione per cui fu acquistata e i pazienti ricoverati a Brindisi in emergenza devono purtroppo transitare in presidi vicini, con tutta la complessità e i rischi del caso, non dotati però di una macchina simile ma da angiografi con tecnologia più arretrata e quindi meno precisi e con maggiore emissione di radiazioni.
Quando prendo visione di queste situazioni anch’io mi meraviglio e non credo ai miei occhi e alle mie orecchie, ma purtroppo è così.
Lo dico ancora una volta. Un DEA di II livello come il Perrino di Brindisi, nonché Centro di trauma, deve avere attivo il servizio di radiologia interventistica. Ogni giorno che passa, senza problemi, è un giorno assistito dalla buona stella, poiché la carenza del servizio fa ricorrere a carico delle burocrazie regionali e aziendali l’ipotesi di cui all’art. 40, comma 2 del Codice penale.
Ma come devo dire che il mio intento è curare i pazienti dagli effetti della malattia e i burocrati dagli effetti della responsabilità? Ma perché tergiversiamo, considerato che c’è la soluzione e non è un regolamento cartaceo su procedure sanitario-amministrative, per certi versi ovvie, che comunque prevedono il trasporto – questo è il problema – verso Lecce o Taranto? Ma perché omettiamo di dire che a Brindisi, diversamente che a Lecce, Taranto e altri ospedali pugliesi Centri trauma, non c’è un angiografo tecnologicamente avanzato come quello di Brindisi? Certo, nessun sano di mente potrebbe proporre di ribaltare il lavoro di radiologia interventistica di Lecce e Taranto a Brindisi, poiché anche Lecce e Taranto sono DEA di II livello nonché Centri trauma, ma è ovvio che il personale provvisorio necessario per attivare il servizio di Brindisi, deve essere selezionato, con provvedimento a valenza interaziendale, dagli ospedali non configurati come Centri di trauma, ma dotati del servizio di radiologia interventistica”.