Inizia l’effetto domino sul sistema industriale di Brindisi.A rischio tutto il tessuto economico e sociale del territorio
Continuano le diverse crisi aziendali nel settore industriale brindisino, mettendo a rischio tutto il tessuto economico e sociale nel nostro territorio. Gli ultimi dati emersi, in particolari legati all’utilizzo delle Domande di Disoccupazione (NASPI) in forte crescita negli ultimi 12 mesi in terra di Brindisi, testimoniano, caso mai ce ne fosse bisogno, come tantissime aziende preferiscono chiudere battenti piuttosto che tirare a campare.
Come FILCTEM CGIL FEMCA CISL UILTEC UIL di Brindisi, esprimiamo ancora una volta forte preoccupazione per quello che sta accadendo in tutti i settori di nostra pertinenza. Non a caso in diverse circostanze abbiamo lanciato l’allarme a tutte le Istituzioni Locali, Regionali e Nazionali sul rischio di un “effetto domino” che diverse situazioni di chiusura di impianti potessero provocare.
Pur con rammarico, possiamo oggi dire che siamo stati facili profeti. Alla chiusura degli impianti P9T della Basell e alla fermata generale della Centrale Enel di Cerano, oltre alle conseguenti ricadute sui lavoratori diretti, assistiamo in queste settimane ad un progressivo smantellamento di un sistema dell’indotto negli anni cresciuto sotto l’aspetto occupazionale e professionale che tanto ha dato proprio al tessuto industriale brindisino.
E come se non bastasse, a questo si aggiunge anche il consueto rito dei rinnovi degli appalti nelle Aziende Eni del Petrolchimico che ha di fatto provocato l’uscita di Ditte Storiche Metalmeccaniche come la Cimi Spa, quelle locali Tecnogal Service Srl e Leucci Group Srl mettendo a serio rischio la loro stessa esistenza.
Come Segreterie di Categoria Confederali del comparto chimico, non abbiamo mai partecipato a varie tifoserie di questa o quella Azienda, avendo a cuore esclusivamente il mantenimento delle maestranze, della loro professionalità acquisite nel corso di tanti anni di duro lavoro. Allo stesso tempo però, non possiamo assistere inermi a questo continuo stillicidio che ogni cambio appalto provoca sia sotto l’aspetto occupazionale che economico.
Come non possiamo rimanere silenti davanti all’ennesima “gara al ribasso” che le subentranti sono costrette a fare per aggiudicarsi l’appalto, mettendo spesso e volentieri a repentaglio gli aspetti legati alla Sicurezza sui luoghi di lavoro.
L’auspicio da parte nostra, è che Eni si faccia carico ancora una volta delle difficoltà presenti nel nostro territorio, ed essa stessa vigili sul mantenimento corretto degli indici occupazionali già presenti sui Cantieri esistenti.
Più volte abbiamo chiesto Accordi su “clausole sociali di salvaguardia” così come già fatto in altri territori di crisi, siamo certi che nei Tavoli giusti e con le Categorie di riferimento si possa e si debba trovare un’intesa necessaria per scongiurare l’ennesimo dramma sociale che coinvolgerebbe quei lavoratori e le loro famiglie.
Oramai non serve esprimere solo solidarietà, ma serve adoperarsi con i fatti affinché si arresti questo fenomeno di deindustrializzazione prima di compromettere inesorabilmente tutto il tessuto sociale ed economico della nostra Provincia.
Segretari Generali Territoriali Brindisi
FILCTEMCGIL FEMCACISL UILTEC UIL (Antonio Frattini) (Marcello De Marco) (Carlo Perrucci)