Autonomia differenziata, nuova mobilitazione, Macchia: «Brindisi esclusa da tutto, dal governo il nulla nonostante la crisi del territorio»
Il 20 febbraio un convegno sul Ddl che rischia di spaccare il Paese
La notizia dell’esclusione di Brindisi da tutti i corridoi europei, ormai definitiva al netto di un miracolo, rende la misura di quanto questo territorio sia sempre più marginalizzato non solo rispetto all’Europa, ma anche purtroppo da questo governo.
Un governo che, pur avendo numerosi ministri e parlamentari del Sud, purtroppo accetta di portare avanti lo scellerato progetto del ministro leghista Roberto Calderoli col Disegno di legge sulla «Autonomia differenziata» che se realizzato spaccherà in due il paese.
Di fatto questo processo è già iniziato se si pensa che oltre all’esclusione del capoluogo messapico dai corridoi europei, il governo pur sapendo dell’esistenza di Brindisi – che viene scelta come location per il G7 data la sua bellezza e le sue potenzialità – dimentica questo territorio proprio quando si tratta di dare risposte alle domande più importanti, quelle legate alle tantissime crisi, alla fase di decarbonizzazione ormai in atto, quelle legate allo sviluppo e all’occupazione diventate una vera e propria emergenza, allo sviluppo dei trasporti – alta velocità e alta capacità compresi -, alla povertà che dilaga, allo spopolamento dovuto alla fuga dei giovani e al fenomeno delle culle vuote, sempre di più.
E’ incredibile ma vero che un ministro chiave di questo governo per il Sud e la gestione dei fondi del Pnrr venga a Brindisi solo per fare «passerella» insieme con i suoi colleghi di governo nazionali e locali senza dire una parola sul futuro di questo territorio. Nessun impegno sulla decarbonizzazione, sulle crisi della chimica, del comparto metalmeccanico e aeronautico, sui fondi del Piano di ripresa e resilienza da destinare a Brindisi. Ed è incredibile ma vero che la classe politica al governo di questo capoluogo sia eccellente quando debba creare polemiche sterili – come quelle ad esempio sulle recenti vicende legate al Centro antiviolenza – mentre sia assolutamente assente sui temi che contano davvero per i brindisini che riguardano il lavoro, il rilancio delle sorti dell’economia, dello sviluppo industriale, della salute, del futuro dei loro figli e del benessere della popolazione amministrata messo sempre più a rischio da anni di marginalizzazione.
La Cgil combatte da anni contro questa pericolosa deriva che sta seminando povertà ad ogni livello e continuerà a combattere per evitare l’esclusione di questo territorio da ogni politica di impoverimento in atto. Dal porto all’aeroporto; dalla connessione alle reti europee al futuro della centrale di Cerano su cui non c’è una traccia tangibili di impegno in termini di finanziamenti, progetti ed autorizzazioni; dal ridimensionamento della Chimica e le feroci penalizzazioni dell’indotto; dal comparto aeronautico a quello metalmeccanico; dall’agricoltura alla sanità; dall’istruzione al bisogno del potenziamento di una adeguata rete di servizi sociali la Camera del lavoro di Brindisi non arretrerà mai nel far sentire la propria voce.
Tutti questi temi fanno il paio con l’assurda riforma incostituzionale, arrogante e razzista, che il governo sta tentando di portare avanti con l’«Autonomia differenziata» attraverso la quale il divario già esistente diventerà incolmabile condannando gli italiani ad essere cittadini di serie A o di serie B. E a Brindisi probabilmente di serie C, vista la tendenza che va avanti troppi anni nonostante le battaglie del Sindacato.
Sull’«Autonomia differenziata», su un governo che lavora contro il Sud, sul peso di questo paese in Europa sulla mancanza di risposte per questo territorio su ogni emergenza e su cosa ne pensano i nostri amministratori sui tanti bisogni inevasi e sulle richieste urgenti ma purtroppo assenti per Brindisi la Cgil sta programmando per il 20 febbraio prossimo un convegno.
Associazioni, cittadini, i rappresentanti politici e istituzionali di questo territorio sono invitati ad aderire a tale iniziativa per dare un contributo su questi temi e condividere, quindi, una proposta di rilancio di questo territorio che non può più attendere vacue e generiche promesse.