Ma adesso tutti facciano la loro parte per la ricostruzione del nostro sistema sanitario».

 «Durante il recente summit tra il Presidente della Conferenza delle Regioni e i Governatori, Fedriga ha ancora una volta messo in luce, agli occhi delle istituzioni e della collettività, il rischio concreto che il tortuoso percorso in salita, legato alla grave carenza degli infermieri italiani, possa trasformarsi in un labirinto senza uscita.

Non possiamo che apprezzare la coerenza di Fedriga, che non solo ha rilanciato l’allarme, con toni forti e decisi, in linea con il suo percorso fin qui intrapreso, evidenziando che prima di ogni altra cosa a mancare, nel nostro sistema sanitario, sono i professionisti dell’assistenza, ma ha anche messo sul tavolo le basi di un piano programmatico che intende ripartire concretamente dalle competenze del personale sanitario, prevedendo anche una concreta evoluzione delle regole dell’esercizio professionale, includendo naturalmente una indispensabile valorizzazione».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Non molto tempo fa, nel seguire con attenzione il percorso intrapreso dal  Presidente Fedriga, chiedemmo di proporre, in tempi brevi, azioni concrete dirette a Governo e Regioni, e lo invitammo, a dare seguito alle sue mirate analisi sui preoccupanti numeri di una emorragia infermieristica che non può e non deve trasformarsi in una “malattia incurabile”. 

Non c’è dubbio che Fedriga sta dimostrando, tra i tanti nodi da sciogliere nella intricata matassa della sanità italiana, che la causa degli infermieri e degli altri professionisti dell’area non medica, è sicuramente tra quelle al centro del suo progetto, ma tutto questo per noi è solo un inizio, continua De Palma.

Ora aspettiamo di poter dire la nostra su proposte che si dimostrino davvero efficaci. 

Certo Fedriga non ha una bacchetta magica e i nostri auspici, mettendogli a disposizione, come sempre facciamo con le istituzioni, la nostra concreta collaborazione, sono che tutti gli attori in causa facciano la loro parte fino in fondo, per contribuire alla ripartenza di una sanità che, senza una evoluzione economica e contrattuale dei professionisti della salute, continuerà ad essere in consistente debito di ossigeno», conclude De Palma.