La gestione dei servizi sanitari è un tema che sembrerebbe interessare solo gli addetti ai lavori – politici, sindacati ed ordini professionali – fino a quando per necessità o urgenza non si è costretti personalmente a dover ricorrere alle cure sanitarie o ad una visita di controllo. Quando si varca la soglia dell’Ospedale Perrino di Brindisi o di un altro Punto sanitario in provincia con un proprio caro o in prima persona il tema di una Sanità efficiente, capace di dare risposte alle urgenze ma anche alle esigenze di salute programmate e programmabili, diventa improvvisamente la priorità assoluta e tutto il resto e tutte le ragioni – lavoro, economia, politica, risorse, burocrazie – passano in secondo piano. Sulla Salute non si scherza ma come sta accadendo al nostro territorio ci si rassegna.
Per il Sindacato questo è inaccettabile: non esiste battaglia per la dignità del lavoro se il primo dei diritti costituzionali, quello alla Salute, non è garantito a tutti indistintamente, senza differenze economiche o di residenza. E non cerchiamo confronti fra Brindisi e floride città del Nord ma tra Brindisi ed altre pugliesi, nella stessa regione, quindi con le medesime risorse e regolamenti considerando i pesi specifici di ogni realtà territoriale.
Brindisi è la maglia nera della Puglia: troppo piccola per valere sui Tavoli che contano tanto che anche i suoi rappresentanti istituzionali – alcuni con un ruolo di primo piano in importanti organismi di gestione della Sanità Pubblica – sembrano avere difficoltà a far valere le proprie ragioni. I cambi di programma, l’inerzia e le continue interpellanze rivolte alla Regione dalla Terra di Brindisi poche volte si sono tramutate in soluzioni concrete tanto che negli ultimi anni i brindisini vivono una rassegnazione che riteniamo essere la più pericolosa delle sconfitte sociali. Valutare come inutile la lotta per una causa giusta, come i livelli essenziali di assistenza sanitaria, certifica la morte della società civile.
L’ultimo caso, solo cronologicamente, quello dell’importante servizio di Radiologia Interventistica verso cui l’attenzione si è riaccesa solo dopo una vita spezzata. Tanti annunci e denunce pubbliche ma Brindisi rimane ancora sguarnita. A Bari non sarebbe mai accaduto, ne siamo certi.
I casi clamorosi sono molti come l’assenza della Terapia Intensiva Neonatale sotto le 34 settimane, le decine di posti letto che non si riescono ad attivare in vari reparti a Brindisi come in provincia, i Centri Prelievi periferici nei vari Comuni, la Medicina Territoriale mai concretamente partita e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
La Regione Puglia, per competenze e responsabilità, ha il ruolo di guida ma anche i Sindaci, principale Autorità Sanitaria di un Comune, ed il management che a vario titolo organizza i servizi sanitari locali sono chiamati in causa sull’attuale stato dell’arte.
Accanto alle tante criticità conosciamo anche diverse eccellenze: ce le testimoniano in prima persona i tanti Rappresentanti Sindacali che vivono ogni giorno la Sanità brindisina da addetti ai lavori. Gran parte del personale medico ed infermieristico lavora in modo professionale e con spirito di abnegazione ed a loro va il nostro vivo ringraziamento ma le risorse umane sono poche, ovunque, in quasi tutti i servizi. In Puglia solo a Brindisi non si riesce ad assumere o lo so si fa in misura nettamente minore rispetto al resto della regione. Figli di un dio minore. Finché non tocca ad ognuno di noi essere il paziente di turno.
Anche sul tema sanitario, cosi come su altre decisive sfide per questo territorio, la UIL di Brindisi rinnova l’invito all’intera classe dirigente di lavorare assieme per comprendere e mettere subito in campo strategie ed azioni capaci di dare risposte a breve e medio periodo. Non parliamo di singole vertenze: le conosciamo e siamo coinvolti in ognuna di esse quotidianamente. Auspichiamo azioni di Sistema capaci di riportare civiltà e rispetto per i cittadini di Brindisi. Per non morire di rassegnazione.
Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo