ALESSANDRIA, CAOS ANCHE NEL CARCERE DI S. MICHELE: AGGREDITI AGENTI
Dopo l’incubi d violenza e terrore, vissuto nella Casa circondariale di Alessandria per le folli intemperanze di un gruppo di detenuti stranieri, anche nell’altro carcere cittadino, il S. Michele, si è registrato un evento delinquenziale tra le sbarre. Come spiega Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “dobbiamo segnalare l’ennesima aggressione ai danni degli uomini della Polizia Penitenziaria di Alessandria. Questa mattina, poco dopo le otto, durante una perquisizione ordinaria nella Casa di Reclusione di San Michele, un detenuto di origine nigeriana è stato invitato a uscire dalla cella per dar corso alle attività previste. Nonostante l’ordinarietà del tipo di perquisizione che quotidianamente vengono fatte a campione, il detenuto ha da subito messo in atto un comportamento agitato ed aggressivo, affermando di non volersi sottoporre al controllo. Repentinamente, si è poi avventato contro l’Assistente Capo di Polizia incaricato trascinandolo con forza all’interno della cella e cercando di chiudere il cancello in un maldestro tentativo di sequestro di personale. L’aggressione è proseguita all’interno della cella con pugni e calci rivolti verso l’operatore che è stato immediatamente soccorso da un collega il quale, prima che il soggetto venisse bloccato anche da altro personale, veniva anch’egli attinto con un pugno al viso. Ristabilita la calma il detenuto è stato visitato dal medico che non ha riscontrato traumi, mentre i due poliziotti sono stati trasportati al pronto soccorso per le cure del caso”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta con preoccupazione questo ennesimo fatto violento accaduto tra le sbarre: “Dopo la gravissima situazione vissuta sabato nella Casa circondariale “Cantiello e Gaeta”, continuano nelle carceri regionali piemontesi, senza tregua, le aggressioni a danno della Polizia Penitenziaria. Adesso il SAPPE dice basta veramente ed è pronto a manifestare in tutta la regione, attuando tutte le legittime forme di protesta”. Capece torna “a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità del personale di Polizia Penitenziaria che lavora nelle carceri del Piemonte, carceri che evidentemente non sono più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, spesso soggetti dalla personalità particolarmente violenta, senza alcuna possibilità di diversa collocazione all’interno della Regione”, conclude il segretario generale del SAPPE.