Santoro, Pedicini: “Europa di pace che punti al rilancio di aree come Mezzogiorno”
L’europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale a margine della presentazione della lista “Pace Terra e Dignità”: “Stop a strategia guerrafondaia che penalizza la politica di coesione”.
Strasburgo, 14 marzo – “Con il progetto di Michele Santoro “Pace Terra e Dignità” puntiamo ad apportare un contributo incisivo in un Parlamento Europeo composto oggi da una schiacciante maggioranza bellicista. Un contributo che sto provando a dare già da anni, essendo uno dei pochi deputati europei, oltre che l’unico parlamentare italiano, ad aver sempre manifestato contrarietà a una politica interventista e guerrafondaia, che spinge a fabbricare armi e a emettere sanzioni, distraendo fondi a territori sottosviluppati come il Mezzogiorno d’Italia”. Lo dichiara l’europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, intervenendo in collegamento da Strasburgo alla conferenza di presentazione della lista “Pace Terra e Dignità” di Michele Santoro, con cui è candidato alla circoscrizione Sud. “Vogliamo imporre in Europa la parola pace, contaminando con il tema della diplomazia un’Europa succube del progetto atlantista che alimenta i conflitti al solo obiettivo di creare un muro con la Russia e la Cina. Vogliamo riformare il Parlamento Europeo, affinché abbia più voce in capitolo sulle decisioni di politica internazionale dell’Unione europea. A pagare il prezzo delle scelte sulle guerre – prosegue Pedicini – oggi è soprattutto la politica di coesione, penalizzando le regioni del nostro Sud, dove vivono oltre venti milioni di cittadini. Un’area che avrebbe dovuto essere rilanciata con i fondi del Pnrr, mentre si è preferito investire quelle risorse per fabbricare sempre più missili e munizioni. “Pace Terra e Dignità” è la forza politica che oggi manca in Europa, l’unica capace di difendere il Mezzogiorno e i territori in ritardo di sviluppo socio-economico. L’unica che può far cambiare corso a questa Europa, che deve puntare a essere mediatrice nei processi di pace e non parte attiva nei conflitti in corso”.