«La crisi profonda del nostro sistema sanitario, legata principalmente alla carenza di infermieri, è ormai un dato di fatto, ma non è immaginabile in alcun modo arrendersi all’evidenza di un presente e soprattutto di un futuro dove, la qualità della tutela della salute della collettività, viene costantemente messa a rischio a causa della grave carenza di personale.

Occorre, per tanto, secondo noi del Nursing Up, una norma che preveda una riduzione parametrata delle attività e dei servizi in relazione alla grave e irrisolta carenza di personale, laddove esistono strutture sanitarie che non sono in grado di garantire una qualità idonea e sufficiente sicurezza al cittadino».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«In questo momento storico, l’amara evidenza legata alla grave carenza di infermieri, da noi denunciata con cifre che oscillano dalle 175mila alle 220mila unità, ci racconta più che mai di una sanità che rischia di colare a picco, a causa della disorganizzazione delle strutture ospedaliere. A farla da padrone sono anche i numeri preoccupanti sulle concrete conseguenze psico-fisiche che tale disorganizzazione genera sui nostri operatori sanitari e che soprattutto raccontano di una triste e drammatica quotidianità. La politica, ed è questo che ci preoccupa maggiormente, “brancola ancora nel buio” e stenta a trovare soluzioni adeguate alla cronica carenza di personale infermieristico.

E questo è un fatto gravissimo, dal momento che senza professionisti dell’assistenza non esiste, come detto, la benché minima prospettiva di un futuro roseo per la nostra sanità. Se il Governo tiene davvero alla crescita del nostro sistema sanitario nazionale deve gioco forza darsi un a mossa, poiché carenza di infermieri significa di fatto qualità dell’assistenza scadente ed aumento del pericolo per la sicurezza delle cure. E allora bisognerebbe riflettere sull’introduzione di una norma che in qualche modo, così come già avviene per le strutture private che chiedono l’accreditamento con il SSN, imponga a regioni ed aziende sanitarie, il possesso di dotazioni minime di personale come conditio sine qua non per l’erogazione dei servizi che intendono mettere a disposizione dell’utenza», conclude De Palma.