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MILANO, PRESUNTE VIOLENZE AL BECCARIA, SAPPE: “COMPORTAMENTI POLIZIOTTI PENITENZIARI DIFFICILI DA CREDERE, MA CONFIDIAMO NELLA MAGISTRATURA”

“Abbiamo appreso, con sgomento, dei gravi reati contestati dalla Procura di Milano ad alcuni poliziotti penitenziari – 13 arrestati, 8 sospesi – in servizio all’interno del carcere minorile Beccaria di Milano. Sappiamo che la Polizia Penitenziaria in tutta Italia opera con professionalità ed umanità e non ci possiamo riconoscere nel quadro accusatorio. Tuttavia, confidiamo come sempre nella magistratura affinché sia fatta luce al più presto sulla vicenda, fermo restando il doveroso rispetto della presunzione di innocenza sancita dalla nostra Carta Costituzionale. Allo stesso tempo, auspichiamo che questo non sia un pretesto per accusare ingiustamente la Polizia Penitenziaria. Come sempre, in questi casi, invito tutti a non trarre affrettate conclusioni prima dei doverosi accertamenti giudiziari”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri.

“I processi vanno fatti nelle aule di Tribunale e non sui mezzi di informazione e la Polizia penitenziaria, al Beccaria di Milano come in ogni altro carcere italiano, non ha nulla da nascondere”, prosegue. “L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi abbiamo tutto l’interesse a far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente – con professionalità, abnegazione e umanità – dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria”.

Capece torna a sottolineare che “la Polizia Penitenziaria, a Milano e negli oltre 200 penitenziari italiani per adulti e minori, è formata da persone che hanno valori radicati, un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti. Ripeto, non abbiano nulla da nascondere. Ma non si traggano giudizi affrettati senza aver atteso prima i doverosi accertamenti giudiziari”.

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