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Editoriale del Direttore Ferdinando Cocciolo .”La Festa del Lavoro: Un Paese Spaccato tra Promesse e Realità”

Un  Paese  ancora spaccato  in due  e il   “ diritto al   Lavoro “ non è per tutti…..

Festa  del   primo  maggio,   “ Festa del  Lavoro”,  ma, diciamolo  pure,  una  festa che non è per tutti….

Non   è, sicuramente, la   festa  per chi , da sempre,  si    “ vede sbattute le porte in faccia”, chi  chiede  invano aiuto, chi  ha creduto  in  personalità  che, soprattutto,  hanno  inteso  la politica  come    “ centro dei propri interessi  e favori,  a discapito  dei bisognosi  e della comunità”.

Non  è  la  festa di  chi    ha perso un posto  di  lavoro  e, cinquantenne e più,  viene  considerato    “ troppo vecchio  per essere  ricollocato  sul   mercato  del   lavoro.

Non è  la  festa   per chi,  come  anche e soprattutto  sul territorio brindisino,  è , suo malgrado, ancora protagonista   di  “ ataviche  vertenze occupazionali” mai  risolte,  nonostante   “ fiumi  e fiumi” ( anche decennali) di  annunci, proclami,  progetti solo   presentati  e mai  concretizzati,  impegni  presi  e mai mantenuti,  incontri, riunioni.

Situazioni, scenari   “ tastati  con mano”, denunciati  ( giornalisticamente e non solo), eppure  ci  sono  i  sindacati  …. 

Le  organizzazioni sindacali  che, puntualmente , saranno protagonisti   tra poche ore    in tante iniziative  messe in campo  nelle piazze, sui territori, per   rivendicare,  ancora  una  volta,  il  “ massimo diritto  alla dignità, ad una vita migliore”.

Ma  lo sanno  anche loro, personalità  da tanti anni impegnate  per tutelare migliaia  e migliaia  di  lavoratori, che   ogni  perdita  di posti di lavoro  è  una sconfitta  anche e soprattutto   per  loro.

Festa  del   Lavoro,  e sembra  sempre più ( anzi  è) un  Paese  “ spaccato  a metà”. Da una  parte,  la Premier  Giorgia  Meloni  e la maggioranza   governativa,  legittimamente   continuano  a dire  che   “ i dati  sul  lavoro  parlano  di   aumenti nell’ occupazione,  anche e soprattutto   per le donne”.

Dall’ altra,  le opposizioni,  le organizzazioni sindacali  che  affermano il contrario,  ma, in  mezzo  e sempre, il   dramma delle  persone .

Del resto,  sono  proprio le realtà  territoriali   a parlare, molto più   della pura propaganda  (  oramai   “ regola” della politica  a tutte le latitudini), dei proclami   dei   “maggiori  leader politici”  che, tuttavia,  si  dicono   “ profondi conoscitori  delle realtà  locali”.

Basta  andare a vedere  ( o rivedere)  le cronache  quotidiane  sugli organi di stampa  della provincia brindisina , che  continuano a fare   riferimento   alle diverse vertenze  occupazionali e precarietà  ancora  esistenti  .

Alcune  vertenze  ( su cui  ci ritorneremo, dal sottoscritto conosciute molto bene…) addirittura  ventennali  o quasi .  Vi sembra  logico, normale tutto  questo?

E’logico, è normale, ad esempio,  che   “ burocrati regionali “ ( che indubbiamente devono portare avanti il proprio lavoro  e raggiungere i loro obiettivi), ostacolino    progetti, impegni  assunti che devono   essere  solo  mantenuti ( anche e soprattutto per il bene della comunità)  ? E  meno  male  che  c’è,operativamente, una  Task   Force   Regionale  sulle crisi occupazionali ( guidata ormai da diversi  anni da  Leo Caroli)   che  prende in carico migliaia  di vertenze  e drammi occupazionali .

Su  questo si deve riflettere,   tutti  quanti,    se davvero  si  desidera  “ un  lavoro che dia  speranza e dignità  a tutti, anche a coloro che  non ci credono  più  “

Tra  l’ altro, proprio   il progetto  di candidatura  di   “ Brindisi  Capitale della  Cultura”  ha dimostrato che si può  fare rete, sinergia, condivisione, partecipazione  e   progettualità .

In queste ore,    il  Governo  (  e sarà poi  un apposito decreto a deliberare  il tutto)  nazionale  ha  annunciato   alcune misure  sul    Lavoro  che, tra l’ altro  “ permettono   agevolazioni  alle imprese  che   assumono  ex percettori del Reddito  di  cittadinanza”.

Già,   quella  misura   tanto  e tanto bistrattata   e demonizzata  da qualcuno,    quasi come    “ un’ ossessione”.   Ma, anche  per queste  categorie,  dalle parole  bisogna  passare  ai fatti,      “oltrepassando”  misure    che  non risolvono  il  problema    e   in ogni caso  rappresentano     la  provvisorietà   .

Ma     sembra sempre più un   Paese   spaccato  a  metà, con  un ad esempio   un  progetto   di   Autonomia   Differenziata  che sta creando  soprattutto  enorme  confusione  , di cui  non ne abbiamo proprio bisogno .

BUONA  FESTA   PER IL LAVORO,  MA  NON PER TUTTI

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