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Macchia: «Decarbonizzazione primo passo avanti, ma l’Accordo di programma affronti tutte le vertenze»

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La crisi industriale in corso a Brindisi è una crisi complessa che va affrontata in maniera strutturale e su più fronti. La fase di decarbonizzazione della centrale Federico II di Enel, che è la più impattante sul fronte occupazionale, purtroppo non è l’unica e sola crisi che si consuma sul territorio e merita di essere affrontata in maniera organica, decisa e quanto più rapida possibile.La Cgil di Brindisi apprezza i primi passi avanti mossi con la riunione del Comitato per la riconversione delle aree della centrale di Cerano. Dopo diverse riunioni concluse in un nulla di fatto, finalmente si arriva ad una ipotesi più concreta come quella dell’Accordo di programma per la filiera dell’eolico e si parla di altri tavoli: un tavolo specifico sulla crisi della chimica e un altro sull’aerospazio. Apprezziamo anche l’idea di un incontro con Terna per capire se c’è possibilità di una riconversione della centrale che sarebbe auspicabile rispetto allo smantellamento. E l’idea di costruire un dissalatore per risolvere la crisi idrica. Nel lungo confronto notiamo, purtroppo, anche che non c’è stato alcun riferimento al piano annunciato qualche giorno fa da parte del ministro Matteo Salvini che vedeva insieme Enel ed Rfi.Restiamo concentrati comunque sul dato positivo emerso e sulla volontà di affrontare i problemi. Lo strumento di invertire la rotta nel declino grazie alla creazione di filiere industriali lo abbiamo proposto da anni, lo caldeggiamo, lo condividiamo e lo sottoscriviamo. Tuttavia la crisi brindisina non può essere risolta solo con l’Accordo di programma per la filiera dell’eolico. Ci chiediamo ancora dove è finita la giga factory modello Catania che era stata promessa e che pure a Brindisi sarebbe giusto realizzare.L’accordo di programma dovrebbe essere esteso al tema delle bonifiche e alle filiere relative a tutte le rinnovabili di nuova generazione. Dovrebbe comprendere anche le filiere relative alla produzione di batterie d’accumulo, così come la filiera per la produzione dell’idrogeno verde. E sarebbe naturale poi agganciare  a queste ultime le filiere della cantieristica navale, dei trasporti – con alta velocità e alta capacità – e il settore aerospaziale. In ultimo, e non per ordine di importanza, ma è ciò che rappresenterebbe l’autentico collante di tutte le filiere sarebbe strategico – anche questo lo chiediamo da anni – dare gambe con investimenti importanti alla filiera della Conoscenza rivitalizzando contenitori come la Cittadella della ricerca e puntando sul Cetma per guidare la transizione digitale di questo territorio.Apprezziamo ancora il fatto che sui settori di chimica e aerospazio ci saranno dei tavoli ad hoc e che la Task force regionale per l’occupazione sovrintenderà all’incontro tra Enel e le aziende che investiranno nella fase di decarbonizzazione. E chiediamo di riaprire la partita sulle risorse relative al Just transition fund che anche Brindisi meriterebbe.L’importante poi è che gli Accordi di programma e gli investimenti che si porteranno a termine prevedano quei criteri che mettano al centro il lavoro buono. La Cgil di Brindisi non consentirà che si assumano lavoratori con forme di precariato, part-time involontario, stagisti, somministrati ecc.Sia questa l’occasione per ricreare le condizioni di un lavoro buono per tutti i brindisini.


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