Sono in tutto 11 i nidi di fratino, piccolo volatile a rischio di estinzione, contati nella riserva di Torre Guaceto nelle ultime settimane. In due casi altrettante femmine hanno nidificato per la seconda volta subito dopo lo sviluppo dei piccoli della prima covata. Ora è fondamentale che gli utenti non introducano cani.
Il Consorzio monitora lo stato di salute della specie sin dalla sua istituzione. Ogni anno i biologi dell’ente ed i volontari del gruppo “Io sono Torre Guaceto” lavorano fianco al fianco per individuare i nidi e proteggerli dall’impatto antropico.
Per la stagione riproduttiva 2024 che va da marzo a luglio, sono stati avvistati già 11 nidi, di questi tre sono ancora in cova, due sono andati persi a causa delle mareggiate, sei hanno visto venire alla luce nuovi piccoli che danno speranza per la sopravvivenza della specie.
“Per proteggere il fratino – ha spiegato il direttore del Consorzio di Gestione dell’area protetta, Alessandro Ciccolella -, la pulizia delle spiagge a Torre Guaceto viene svolta ogni mattina esclusivamente a mano, pratica ben più faticosa di quella meccanica, ma che mette i nidi al riparo dal rischio di distruzione a opera dei macchinari. Non solo, qui si combatte la minaccia alla vita degli esemplari attraverso varie e diversificate azioni. Si tutela la posidonia oceanica, vegetazione marina capace di ridurre la forza del moto ondoso responsabile, in parte, dell’erosione costiera, con il divieto di ancoraggio nell’intera Area Marina Protetta. Si portano avanti interventi di ricostruzione del sistema dunale. E’ fatto divieto di erezione di strutture, anche amovibili, nelle aree più delicate della Amp. E’ vietata l’introduzione di cani”.
Spesso chi condivide la propria vita con un amico a quattro zampe si oppone al divieto asserendo che il proprio cane non farebbe mai del male ad un altro animale. Ma occorre sottolineare che gli animali selvatici, e in particolare i fratini, percepiscono la presenza del cane, anche del più tranquillo, come una minaccia, lo sentono come un predatore, situazione che provoca loro forte stress. Anche la sola presenza di escrementi liquidi o solidi lasciati dal passaggio di un cane indica agli animali selvatici, attraverso il loro sviluppato olfatto, l’insorgenza di un pericolo reale, inducendoli alla fuga con disturbo all’intero ecosistema.
Va da sé che un esemplare che trova l’unico luogo sicuro per vivere e nidificare a Torre Guaceto e viene costretto alla fuga, spesso abbandonando i propri piccoli, rischia di perdere la vita perché non trova altri posti idonei alla sua permanenza e di non riuscire a riprodursi. La specie riduce il proprio successo riproduttivo e le conseguenze di tale situazione sono facilmente deducibili, e questo è il caso del fratino.
“Torre Guaceto è luogo di vita e accoglienza – ha dichiarato la vicepresidente del Consorzio, Lara Marchetta -, qui tutti senza discriminazioni di alcun tipo possono vivere una giornata a contatto con la natura. Ma non bisogna dimenticare che gli unici padroni di casa nell’area protetta sono gli animali e che occorre, innanzitutto, tutelare loro, evitando di porre in essere comportamenti che possano mettere in pericolo la loro vita. Niente cani e retini, dunque, a Torre Guaceto. Ricambiamo l’ospitalità con il rispetto”.