Concluso il G7 in Terra di Brindisi, con i complimenti di tutti verso tutti per la buona riuscita, ritorna la vita ordinaria brindisina condita di schermaglie e discussioni di potere del tutto lontane dalle esigenze e dalle urgenze di cittadini e lavoratori.
Così a poco più di un anno dall’elezione del sindaco Marchionna assistiamo basiti ad una implosione della squadra di governo del Comune capoluogo, secondo uno schema di potere che avremmo lasciato volentieri nei libri di storia della Prima Repubblica: partiti e liste che minacciano di far mancare il sostegno all’Amministrazione rivendicando maggiore voce in capitolo nelle scelte amministrative. Il copione di sempre di una politica che ha contribuito in modo determinante a relegare nei decenni Brindisi ed il suo territorio alla marginalità politica ed economico-sociale. La nostra amarezza è soprattutto nei confronti del Primo Cittadino, uomo serio, caparbio, preparato, di esperienza il quale più che rilanciare i suoi sul trampolino storico che Brindisi ha appena vissuto subisce passivamente meccanismi che nulla hanno a che vedere con il futuro del territorio e le scelte strategiche urgenti e necessarie per Brindisi.
I paginoni dei quotidiani locali che per settimane hanno profuso ogni energia per raccontare di una Brindisi in grande spolvero, proiettata verso il futuro dalla visibilità internazionale ottenuta si sono infranti in poche ore su una classe dirigente affaccendata ad issare bandierine di potere senza mai contribuire con una sola idea o direzione alle gravose scelte che la Città dovrà assumere per assicurare un futuro economico, produttivo e culturale a questo territorio.
Il Sindacato non può assistere silenzioso a questo indegno spettacolo: ogni giorno ascoltiamo nelle nostre Sedi e sui posti di lavoro migliaia di lavoratori brindisini che rischiano di perdere l’occupazione o che sono alla ricerca di un sostentamento o, ancora, che hanno necessità di risposte per particolari ed urgenti questioni. Temi che evidentemente per la politica brindisina valgono meno del risiko interno per ridefinire i perimetri di «chi comanda». Sembra lontana mille miglia la possibilità di fare squadra e Rete per rafforzare il territorio in momenti storici determinanti come quello che Brindisi vive.
L’aspetto che allarma il Sindacato in questa incresciosa situazione politica – non all’altezza delle potenzialità della città e del territorio – è l’impotenza che ne deriva per le Istituzioni Locali davanti ai grandi processi che riguardano in modo diretto Brindisi. Lo abbiamo già verificato in questi mesi: che peso può avere un Comune ostaggio di tali dinamiche nei confronti di Enel che dopo quarant’anni smobilita Brindisi senza sentirsi in dovere di fornire un serio progetto per i suoi lavoratori e lo sviluppo del territorio? Ed ancora: quale apporto potrà dare l’Amministrazione Locale di Brindisi alle scelte riguardanti il suo Porto ed Aeroporto classificati sempre come infrastrutture di serie B nonostante le loro caratteristiche e potenzialità uniche nel Mediterraneo? L’elenco potrebbe continuare a lungo ma ci fermiamo per non stendere la lista dei dolori di questo territorio.
La UIL di Brindisi sollecita tutti gli attori politici della città ad un sussulto di dignità in rispetto di Brindisi e dei brindisini. La città vive una occasione storica nella quale è chiamata a risolvere vertenze serie e determinanti per il benessere socio-economico del futuro prossimo e venturo. L’ultima cosa utile a questo territorio è la lotta di potere. Il nostro invito è di profondere energie e strategie per fare Rete e dare più forza al territorio nelle ardue sfide che lo aspettano.
Ne va, lo ricordiamo sempre, del futuro di questa terra.
il Coordinatore provinciale UIL Brindisi
Fabrizio Caliolo