La Regione Puglia ha avviato la fase di ascolto delle distinte proposte di Aziende interessate ad investire sul territorio brindisino? Bene, anche se siamo perplessi per la modalità.

Si faccia presto, allora e si convochino anche le Organizzazioni sindacali confederali che, da tempo immemore, rivendicano investimenti pubblici e privati, piani industriali credibili e cantierabili in tempi certi.

Non vorremmo mai che cassa integrazione, licenziamenti e depauperamento industriale diventino l’alternativa  alla transizione energetica ed industriale cui Brindisi è chiamata, come mai prima nella sua storia. 

Fa specie, comunque, apprendere solo informalmente e casualmente notizie di incontri attinenti a questioni di stretto interesse sindacale e che sono oggetto  e  materia di tavoli di confronto in itinere.

Questioni per le quali da sempre abbiamo richiesto piena condivisione e partecipazione, considerato anche il clima di incertezza e di tensione che si protrae per i destini lavorativi nel comparto industriale di questo territorio. 

In maniera non dissimile  apprendiamo di una cerimonia organizzata per festeggiare la conclusione dei lavori e della bonifica  dell’area Micorosa.

E’ positivo che si arrivi finalmente alla conclusione di qualcosa  ma va ricordato, ai più, che in merito alle  bonifiche, come OO.SS. confederali, a suo tempo, abbiamo  firmato protocolli specifici.

Anche per questo evidenziamo ancora una volta, se proprio ce ne fosse bisogno, che la Cisl  intende continuare ad essere protagonista sia quando i protocolli li firma che quando  si realizzano i lavori e se ne verificano i risultati, per renderli pienamente esigibili. 

Non accettabili, perciò, le fughe in avanti, della politica, delle istituzioni e di chiunque pensi di governare i destini della comunità brindisina, prescindendo da chi ne rappresenta democraticamente gran parte e che è costituita da lavoratrici, lavoratori pensionate, pensionati.

 Non giova a nessuno, oltretutto, creare un vulnus alla pace e alla coesione sociale. 

Auspichiamo, dunque, che si convochi al più presto il tavolo ministeriale di coordinamento sulla de-carbonizzazione, per dare seguito alle proposte illustrate nell’incontro nazionale dell’11 giugno u.s. e per riportare, in Accordi di programma, specifici   numeri riferiti ai fabbisogni occupazionali quantitativi e qualitativi.

E stabilendo anche risorse economiche necessarie  per investimenti in formazione e riqualificazione del personale, da impiegare o ricollocare, oltreché incentivi agli insediamenti produttivi . 

Va da sé che gli stessi fabbisogni ed i relativi supporti finanziari non potranno non implicare  la corresponsabilizzazione delle istituzioni regionali e nazionali,  in tempi che oramai diventano sempre più ristretti.