L’ex assessore Oreste Pinto ha recentemente espresso su Facebook le sue critiche riguardo due articoli che esaltano l’attrattiva turistica di Brindisi. Pinto apprezza l’impegno, ma ritiene i risultati discutibili, poiché entrambi gli articoli mancano di credibilità e incisività.

Nel primo articolo, un turista anonimo, dichiarandosi “ricco sfondato”, elogia Brindisi per la qualità dei servizi offerti a prezzi inferiori rispetto a città come Bari, Otranto e Polignano. Pinto sottolinea come l’anonimato del turista riduca la credibilità della recensione, chiedendosi chi sia realmente questo presunto benestante. Inoltre, trova contraddittorio che una persona ricca ponga tanta enfasi sui prezzi. Infine, nota che la recensione sembra essere una pubblicità occulta, citando specificamente un B&B e raccomandando strutture mai visitate.

Il secondo articolo parla di una tiktoker che, secondo l’articolista anonimo, promuoverebbe Brindisi attraverso numerosi video in diretta. Tuttavia, Pinto ha verificato che la tiktoker non menziona quasi mai Brindisi, tranne in un video pubblicitario. Confrontando le visualizzazioni dei video della tiktoker con quelle di un singolo video del sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, Pinto evidenzia l’insignificante impatto promozionale della tiktoker.

Pinto conclude con una riflessione più ampia: “Siamo o no un popolo ‘alla bbona’, creduloni che si fanno rimbambire facilmente?”. Egli sostiene che il senso di appartenenza non debba essere stimolato da complimenti artefatti, ma da un riconoscimento autentico dei pregi della città. Solo così, Brindisi potrà essere valorizzata per ciò che è realmente, senza bisogno di artifici o false testimonianze.