San Raffaele Ceglie, Amati: “Tar accoglie sino al 4 settembre la sospensione internalizzazione. Il motivo? Incredibile pure a dirsi. Diffida alla Asl”
Dichiarazione del Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati.
“Nonostante gli sforzi di spiegazione compiuti dall’avvocatura regionale, chiamata a rispondere in qualche ora, il Tar di Lecce ha sospeso sino al 4 settembre l’esecuzione del provvedimento d’internalizzazione per un motivo a dir poco incredibile: la Asl di Brindisi non avrebbe posti alternativi disponibili per quel tipo di malati se la Fondazione San Raffaele non prestasse la propria collaborazione nelle more del l’internalizzazione. Ma com’è possibile?
La struttura è della Asl Brindisi, la funzione della riabilitazione appartiene al Perrino, ospedale pubblico, e in caso di mancata collaborazione non si saprebbe dove allocare i pazienti? È mai possibile che la struttura della Asl vada bene come luogo di cura se a gestirla è la Fondazione San Raffaele, mentre non va più bene se a gestirla è la stessa Asl proprietaria, con il proprio personale e avvalendosi del personale (in via di transito) della Fondazione San Raffaele? Ma che modo di ragionare è questo. Eppure il Centro di Ceglie è un centro regionale, gestito dalla Asl Brindisi, a cui si rivolgono tutti i cittadini della Regione. Che senso ha qualificarlo come Centro regionale e poi invece pretendere l’autosufficienza di posti per tutti i cittadini della regione, soddisfacendolo però nell’ambito della dotazione di posti letto della Asl più piccola della Puglia?
Il Tar non ha probabilmente colto che il San Raffaele non è una struttura accreditata o convenzionata, ma un reparto del Perrino di Brindisi, a disposizione della sanità pubblica regionale.
Noi aspetteremo il 4 settembre, ovviamente, con fiducia e con la stessa determinazione. Sono solo rammaricato che i poveri malati continueranno a vivere in condizioni non propriamente adeguate alla cura delle importanti patologie sofferte, con un setting assistenziale non propriamente all’altezza e spesso improntato al risparmio, con i lavoratori in condizioni di lavoro improponibili.
Faccio solo presente, a scanso di equivoci, che ho intimato alla Asl di Brindisi di recuperare tutte le prestazioni pagate in eccesso rispetto ai tetti assegnati, di richiedere il canone di locazione illegittimamente compensato e di non pagare nemmeno una prestazione in più rispetto a quelle previste per i singoli codici, astenendosi da qualsiasi cumulo tra prestazioni da codice 75 e da codice 56. Interrompere, in altre parole, l’andazzo che da ventiquattro anni vede in auge una serie di artifizi e raggiri, non allineati con la volontà del mio datore di lavoro (pubblica amministrazione).
A ciò si aggiunga, ma questo è stato scoperto solo questa mattina, che con un protocollo del 2021 la Asl di Brindisi, in barba a ogni regola, autorizzò l’utilizzo anche per i codici 56 dei posti non utilizzati per i codice 75. Solo a pensarci mi vengono i brividi e noi, purtroppo, dobbiamo aspettare il 4 settembre per vendicare decine e decine di disservizi e soprusi.
Ringrazio l’avvocatura regionale e in particolare Rossana Lanza e Sergio Scagliola, ben incitati e motivati dal Presidente Emiliano, nonché l’avvocatura della Asl di Brindisi con Gabriele Garzia e tutti i dirigenti regionali: hanno lavorato di notte e sanno che ce la faremo perché reclamiamo solo ciò che la legge c’impone di reclamare”.