L’intenzione che il governo finanzi un accordo di programma per la decarbonizzazione in questa fase complicata per il tessuto socio-economico di Brindisi, se reale, deve rappresentare solo il piano B per tentare di tamponare una crisi territoriale che rischia di allargarsi sempre di più. 

Il nostro timore è che il governo, con questa mossa, stia dando una ‘exit strategy’ e, peggio, un alibi alle aziende di Stato per smobilitare, investendo solo poche risorse. Se poi questo stanziamento deve essere principalmente finalizzato a permettere a Edison di avere un finanziamento pubblico per realizzare il proprio investimento sullo sporgente di Costa Morena est, la beffa è doppia. 

Al netto dei dubbi ampiamente espressi sull’opportunità della localizzazione dell’impianto Edison, è concreto il rischio che il governo prediliga di finanziare, con decine di milioni di euro, un progetto che porterebbe pochi posti di lavoro anziché attività manifatturiere che potenzialmente darebbero maggiori garanzie ad una platea di centinaia di lavoratori che, con la chiusura della Centrale Enel, rischiano il licenziamento. 

In questo contesto emergono chiaramente i meriti del Prefetto Carnevale e del Questore Lionetti che, con incessante lavoro e dedizione, hanno favorito soluzioni concrete per la vertenza in atto tra Enel e le aziende appaltatrici.

Siamo convinti pertanto che il governo debba dedicarsi principalmente al piano A, sollecitando quindi Enel ad investire direttamente sul territorio con nuove tecnologie che possano consegnare una nuova prospettiva sia economica che lavorativa. 

Per questo insistiamo per conoscere se e come il Ministro Pichetto Fratin, abbia agito per dare le risposte promesse ai sindacati durante la sua ultima visita a Brindisi.

 

Francesco Cannalire, segretario cittadino PD Brindisi