La vicenda dei lavoratori SIR, azienda impegnata nell’indotto della Centrale Enel di Cerano, ha finalmente ottenuto l’attenzione delle cronache locali e nazionali. Le oltre settanta maestranze che per mesi hanno visto seriamente minacciato il proprio posto di lavoro senza la prospettiva di alcuna alternativa per il futuro, sono balzate all’onore dell’opinione pubblica per i gesti legittimi ed eclatanti di protesta che hanno condizionato le ordinarie attività del Porto industriale di Brindisi e non solo. Una vertenza spinosa chiusa, per il momento, positivamente grazie all’impegno di S.E. il Prefetto e di S.E. il Questore a cui si devono giuste e doverose riconoscenze per l’abnegazione dimostrata nel gestire senza incidenti una difficile situazione di legittima protesta, esercitando eccellente autorevolezza nei confronti di tutti i soggetti coinvolti – Governo, Azienda SIR, Enel, Confindustria e Sindacati – chiamati ad un atto di responsabilità sociale.
A margine della vicenda come UILTEC, categoria di riferimento contrattuale del settore elettrico, vogliamo esprimere alcune considerazioni con l’intento esclusivo di salvaguardare l’interesse comune. Le politiche di decarbonizzazione, a livello europeo ed internazionale, prendono le mosse già dal 2013, con adeguato tempo a diposizione per programmare il futuro. Invece dopo oltre 10 anni da quei primi documenti, solo negli ultimi anni l’Italia ha accelerato in modo affrettato ed azzardato sulla Transizione Energetica addirittura anticipando i tempi del decommissioning – quindi di chiusura delle centrali a carbone – senza prevedere la necessaria Transizione Sociale ovvero senza una serie di misure per scongiurare la perdita improvvisa e senza possibilità di riconversione di migliaia di posti di lavoro. Esattamente ciò che è accaduto a Brindisi con la vertenza SIR. Un quadro che rischia di ripetersi a breve su molti altri fronti: i 1200 posti di lavoro persi con la chiusura della Centrale di Cerano si sommano ai 47 persi da Basell (ed i destini di altri 85 lavoratori sono in bilico), all’incognita dei lavoratori EuroApi ed alle «sorprese» che potrebbero arrivare dal nuovo Piano Industriale di Eni-Versalis (in ritardo di presentazione, si spera, per la ricerca di nuovi investimenti).
Riconosciamo ad Enel il contributo che ha dato alla vertenza dei lavoratori SIR, cosi come occorre riconoscere alle Segreterie Nazionali del Comparto Elettrico di aver sollecitato in più occasioni il Gruppo Enel ad intervenire sulla vicenda. Sforzi apprezzabili ma che da soli non bastano: l’impegno di tutti deve indirizzarsi verso investimenti produttivi alternativi, gli unici in grado di generare economia ed occupazione diretta ed indiretta.
Brindisi ha bisogno vitale di investimenti in grado di supplire alla perdita di migliaia di posti di lavoro!
Come ha richiamato S.E. il Prefetto occorre responsabilità sociale da parte di tutti i soggetti coinvolti, a partire da Enel. La UILTEC chiede da tempo ad Enel di agire a Brindisi con responsabilità sociale. Come più volte ricordato dalla nostra Segretaria Generale Daniela Piras «non ci può essere il raggiungimento del Green Deal senza un contestuale Social Deal». Per questo diventa essenziale continuare a chiedere sui Tavoli Ministeriali la costruzione dei Cicli Combinati anche a Brindisi.
Chiudere gli impianti produttivi “de-commissionati” – come Cerano – senza far partire da subito i nuovi investimenti più volte annunciati per il 2030 (!) farà scoppiare inevitabilmente una bomba sociale con ripercussioni inimmaginabili. I lavoratori non vivono di progetti ed annunci ma di posti di lavoro.
Per queste ragioni, dati i lunghi tempi previsti per le nuove ed ancora incerte progettualità, la UILTEC ritiene necessaria una proroga della fermata della Centrale di Cerano, attraverso la riproduzione dell’essenzialità che Terna esercitava per la stabilità della Rete Elettrica Nazionale. Tempi di proroga fondamentali per stabilire con certezza tempi e modalità dei nuovi progetti-investimenti e soprattutto per garantire la necessaria continuità lavorativa a centinaia di lavoratori ed alle loro famiglie.
I Tavoli già aperti costituiti al Ministero ed in Regione per siglare Accordi di Programma sono uno strumento da utilizzare al meglio ed a pieno, riempendo i documenti di contenuti utili a scongiurare il disastro sociale.