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Boom di biodiversità a Torre Guaceto: successo della nuova zona umida

Il bilancio dei primi sei mesi dalla realizzazione degli interventi di ripristino della zona umida di Torre Guaceto è più che positivo. Si registra un picco di presenze di volatili sia in termini di specie, sia di numero di esemplari. “Diamo spazio alla natura, tornando all’eterogeneità” spiega il direttore Alessandro Ciccolella. 

Un obbiettivo raggiunto grazie al progetto “Interventi per la tutela e la valorizzazione della biodiversità terrestre e marina”. Azione 6.5, finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito de Por 2014/2020, asse prioritario VI “Tutela dell’ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali”. 
E’ iniziato lo svernamento delle specie che trascorreranno negli areali del Sud il periodo freddo. Zona umida di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, Torre Guaceto in generale e la sua palude nel dettaglio sono oggetto di interventi di ingegneria naturalistica per il ripristino degli habitat sin dall’istituzione dell’ente di gestione nel 2000. 
 Dopo le grandi bonifiche degli anni ’30 che hanno fortemente ridotto la zona umida e banalizzato la sua biodiversità, creando un ambiente unico composto prettamente da canneto, è stato fatto un imponente sforzo per la diversificazione. 
“Dobbiamo partire da un concetto base – ha spiegato il direttore del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Alessandro Ciccolella -, gli habitat omogenei possono ospitare solo gli animali che hanno necessità specifiche, quelle offerte appunto da quell’ambiente. Gli habitat eterogenei avendo numerose sfaccettature e caratteristiche diverse soddisfano le necessità di animali anche molto diversi tra di loro. Quindi, la biodiversità è sopravvivenza degli animali”. 
Dopo l’ampliamento del chiaro d’acqua che conduce alla torre aragonese e l’apertura di quello ad acque profonde, la scorsa primavera il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ha concluso i lavori per la creazione di una nuova area composta da canneto, laghetti e acquitrini, quindi acque poco profonde e gli animali selvatici alla ricerca di un luogo sicuro in cui poter sostare e riprodursi hanno subito apprezzato. 
Nel primo periodo, quello primaverile, denominato prenunziale, quindi che precede l’accoppiamento, la zona è riempita di anatidi e limicoli, i volatili che da Sud si spostavano verso il Nord d’Europa, tra i quali le pettegole, i combattenti e gli aironi. Poi, in estate, nella stagione riproduttiva, si è popolata di folaghe, gallinelle, tuffetti, germani e numerose altre specie che hanno messo su famiglia in riserva. 
Ora, dopo la nuova migrazione post nunziale, verso Sud, con l’inizio dello svernamento sono tornati gli anatidi e le folaghe, i martin pescatore e le garzette. In primavere ed estate torneranno anche i piccoli nati a Torre Guaceto. 
“Siamo estremante soddisfatti perché la presenza di questi animali ci dimostra che l’intervento ha avuto successo – continua Ciccolella -, per ogni stagione ospitiamo numerose specie diverse donando una possibilità di vita ad infiniti esemplari che stanno patendo la scomparsa dei loro habitat naturali a causa dell’azione dell’uomo. La corretta gestione dell’ecosistema si costituisce di varie fasi: dopo lo studio degli habitat, si individuano le criticità presenti, si attuano azioni volte a risolverle, poi si monitorano i risultati per capire se continuare sulla scia di quanto fatto o cambiare strada. Noi continueremo sul percorso sul percorso che abbiamo tracciato già alla nostra istituzione”. 
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