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La legge pugliese sul reddito energetico non ha funzionato. Le proposte degli amministratori condominiali

Ieri le audizioni in quinta commissione del consiglio regionale

“La legge pugliese sul reddito energetico non ha funzionato. Poche le istanze presentate e del tutto irrisorie le risorse impegnate dalla Regione Puglia”.

Ieri, durante le audizioni in quinta commissione del Consiglio regionale, Davide Stasi, componente del Centro studi dell’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci) ha evidenziato alcune delle criticità della norma emanata al fine di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili e contrastare la povertà energetica.
I numeri snocciolati sono impietosi: meno di 400mila euro stanziati a fronte di oltre sei milioni disponibili.
“Basti pensare che nessun condominio è risultato beneficiario” rileva Antonio De Giovanni, presidente regionale di Anaci Puglia. “È mancato un reale coinvolgimento nel precedente iter e nelle diverse fasi che hanno portato all’adozione della legge regionale 9 agosto 2019, numero 42. L’associazione degli amministratori intende dare il proprio contributo di idee e suggerimenti per poter rilanciare il reddito energetico in Puglia”.
Si chiede alla Regione di modificare i requisiti di accesso alla misura, ad esempio innalzando l’Isee ovvero l’Indicatore della situazione economica equivalente, che rappresenta il principale strumento di accesso a determinati bonus o prestazioni sociali agevolate. In condominio abitano una pluralità di proprietari che percepiscono redditi bassi o alti e dispongono di patrimoni di diversa entità, i cui valori mediati portano ad escludere molti potenziali beneficiari.
Lo stesso dirigente della sezione Transizione energetica della Regione Puglia, Francesco Corvace, ha ammesso i limiti della misura che non ha dato i risultati sperati.
Le aziende iscritte nell’apposito albo istituito dalla Regione e gli installatori di impianti ci hanno ripensato e hanno fatto dietrofront. Troppo complesse le procedure, oltre a doversi fare carico dei costi di montaggio.
La Regione avrebbe dovuto concedere un contributo a fondo perduto alle utenze domestiche o condominiali, per incentivare l’acquisto e l’installazione di impianti  fotovoltaici, solari termo-fotovoltaici o  microeolici, dando priorità nella concessione  dei contributi ai cittadini in condizioni di disagio socio-economico.
L’Avviso aveva previsto un sostegno fino a un massimo di 8.500 euro comprensivi dei costi per i sistemi di accumulo.
Il dibattito di ieri ha fatto emergere attese e suggerimenti utili per il consiglio regionale e gli uffici che dovranno rimettere mano al testo per migliorare la legge e la sua applicazione.
Ad oggi si è rivelato un flop, secondo gli stakeholder auditi: oltre all’Anaci, sono intervenuti il presidente del Distretto dell’edilizia sostenibile di Puglia (Des) Salvatore Matarrese; in rappresentanza dell’Associazione nazionale comuni italiani della Puglia Onofrio Di Cillo, sindaco di Carosino (Taranto) e il presidente di Confedilizia Puglia Michele Zippitelli.
Si auspica che non si perdano i contributi non spesi e che vengano nuovamente rifinanziati con ulteriori risorse.

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