L’emergenza climatica che stiamo vivendo ci impone un cambio di passo urgente. La produzione energetica basata sulle fonti fossili è una delle principali cause delle emissioni di CO2, va da sé che oggi il ricorso a impianti di produzione energetica a fonti energetiche rinnovabili è l’unica strada perseguibile e deve procedere di pari passo con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2035.

L’Italia, per raggiungere questi obiettivi, dovrà produrre almeno 159 GW di potenza complessiva da fonti rinnovabili entro il 2030 e 250 GW complessivi al 2035, di cui 180 GW di nuove installazioni.

Nel raggiungimento degli obiettivi di diffusione delle fonti rinnovabili, fondamentale sarà il ruolo delle Regioni che, secondo il Decreto del 21 giugno 2024, dovranno individuare le “aree idonee”, ovvero le aree in cui è previsto un iter accelerato e agevolato per la costruzione e l’esercizio degli impianti a fonti rinnovabili e delle infrastrutture connesse, secondo le disposizioni vigenti di cui all’art. 22 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199.

Il ruolo della nostra regione nella strategia energetica italiana è fondamentale, tanto che la produzione prevista al 2035 è del 9,2% del totale nazionale. La Puglia è destinata a diventare un hub delle rinnovabili, creando una filiera che porterà riscontri in termini ambientali, tecnologici, sociali ed economici. È necessario governare questo processo per creare sinergie con i territori, coinvolgere il mondo del lavoro e della formazione, sviluppare la logistica e rendere, finalmente, i cittadini pugliesi protagonisti di questo cambiamento.

L’iter procedurale di individuazione delle aree idonee deve, a nostro avviso, essere accompagnato da una campagna di ascolto e comunicazione su quanto emerso dallo studio del territorio, al fine non solo di informare, ma anche di migliorare il Piano in caso di criticità. È indispensabile definire il nuovo Piano Energetico ambientale Regionale fermo al 2009, la cui programmazione è il riferimento essenziale per individuare le aree idonee.

I principi cardine su cui deve basarsi il piano, per non rischiarare di essere concretamente inattuabile, devono tenere conto che gli impianti non possono solo essere inseriti in aree degradate e non possono rispondere ad un criterio di invisibilità. Inoltre, vanno salvaguardati gli eventuali progetti che alla data di entrata in vigore della legge regionale abbiano già avviato una delle procedure amministrative attuative dell’impianto.

La Puglia, negli ultimi anni, ha dato un enorme contributo alle produzioni industriali, mostrando allo stesso tempo grande sensibilità circa i temi legati alle fonti rinnovabili. Per questo deve essere accompagnata da una pianificazione concreta e partecipata, che possa condurla verso questo processo di innovazione.