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BRINDISI.“San Ghiatoru e lu Palio dell’Arca”

In occasione della giornata di San Teodoro d’Amasea, sabato 9 novembre alle ore 10.30, presso il lungomare Regina Margherita di Brindisi, i rappresentanti dell’Asd Vogatori Remuri di Brindisi propongono un breve incontro informale sulla vita del Santo e sul Palio dell’Arca, storica gara remiera che nel 2025 taglierà il traguardo della trentesima edizione. 

Per l’occasione, nei pressi dell’esercizio “Sapido – ad un mordo dal mare”, interverranno alcune delle figure che hanno contribuito a dare lustro all’evento nel corso degli anni. Tra queste ci sono sicuramente l’amministratore parrocchiale della Cattedrale di Brindisi Don Mimmo Roma, il Presidente Sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia Giacomo Carito, Roberto Caroppo (storico rappresentante del Comitato Feste Patronali), il professore ed esperto di Storia dell’Arte Teodoro De Giorgio e il presidente dei Vogatori Remuri Francesco Romanelli.

Non mancherà un saluto “dall’acqua” da parte dei vogatori a bordo dei tradizionali schifarieddi (piccole imbarcazioni a remi tipiche dei pescatori) sui quali si tiene tradizionalmente il Palio dell’Arca, la storica gara ispirata proprio al recupero delle reliquie di San Teodoro.

Realizzato dall’Asd “Vogatori Remuri Brindisi”, in collaborazione con l’Arcidiocesi Brindisi-Ostuni e Comune di Brindisi nell’ambito delle Feste Patronali, il Palio dell’Arca rappresenta uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio. In maniera simbolica, il Rione Sciabiche ed il Villaggio Pescatori si sfidano sui tradizionali “schifarieddi” in una gara remiera mozzafiato.

La cittadinanza è invitata a partecipare.


Un po’ di storia: si narra che ai primi dei XIII secolo, precisamente nel 1225, una nave veneziana proveniente da Euchaita in Oriente trasportasse le reliquie di S. Teodoro d’Amasea, soldato romano e martire della Chiesa Cristiana. Inseguiti dai Turchi, i marinai veneziani abbandonarono su una zattera, al largo del porto di Brindisi, l’urna contenente le spoglie del Santo per salvarla dalle razzie dei pirati. Alcuni pescatori si apprestarono a recuperare l’urna prima che si disperdesse in mare con il suo prezioso carico. Remando intensamente, a ricatta (come una regata) ognuno di essi cercò di arrivare per primo. Rientrati nel porto, le reliquie furono riposte in una cassa di legno rivestita di lastre d’argento e poi, in processione, portate in Cattedrale. Provando a rievocare questa storia è nata l’idea di istituire una manifestazione che possa rappresentare per Brindisi un forte momento di aggregazione e diventare nel tempo una tradizione storico-religiosa nel contesto dei festeggiamenti dei Santi Patroni. Si è pensato a una competizione remiera tra imbarcazioni da pesca (schifarieddi), di breve durata, veloce, entusiasmante per il pubblico.

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