SOCRATE DAL LIBRO AL PALCO: UN’INIZIATIVA ERGO SUM PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI
La compagnia Ergo Sum porta lo spettacolo “Apologia di Socrate” al Teatro Impero di Brindisi il 22 novembre, offrendo un’opportunità unica a centinaia di studenti delle scuole superiori.
Questa iniziativa rappresenta un momento fondamentale di incontro tra giovani e teatro classico, stimolando la riflessione su temi universali come giustizia, integrità e coraggio. L’opera affronta questioni attuali come l’errore giudiziario, il potere del pensiero critico e il prezzo della verità, elementi che invitano gli studenti a interrogarsi sul valore della libertà di espressione e sulla responsabilità sociale.
Alla fine dello spettacolo, ci sarà un momento di confronto con gli studenti, durante il quale avranno l’opportunità di dialogare con il cast e riflettere insieme sulle tematiche presentate. Questo spazio di discussione mira a consolidare il messaggio dello spettacolo, stimolando nei giovani una consapevolezza critica e una maggiore comprensione della complessità della giustizia, incoraggiandoli a esprimere le proprie opinioni e ad approfondire la relazione tra passato e presente.
Lo spettacolo, tratto dall’opera di Platone, andrà in scena nell’adattamento e nella regia di Alessandra Pizzi, con coreografie di Marilena Martina, protagonista Enrico Lo Verso. In scena anche: Fabrizio Bordignon, Marilena Martina, Mattia Spedicato, Laura Tutolo, Sara Santucci Fausto Paparozzi e Arianna Ilari.
Considerato uno dei primi scritti di Platone, “Apologia di Socrate” riporta i discorsi tenuti da Socrate in propria difesa nel corso del processo che lo condannò a morte nel 399 a.C. Durante il processo a suo carico Socrate non mette in discussione le leggi, ma soltanto l’errore giudiziario di cui è vittima.
La riduzione drammaturgica rispetta l’originalità del testo platonico per raccontare una vicenda umana, che è quella di molti: di chi ogni giorno è soggetto al giudizio e allo scherno della folla, perché “diverso”, e di chi, sotto il peso di un’accusa infamante e errata, ha perso la vita.
Lo spettacolo ripercorre le tappe salienti di quel processo e di quel lungo soliloquio con cui un vecchio uomo, reo di saggezza, tenta invano di addurre non solo valide motivazioni a sua discolpa ma, addirittura, di gettare le basi per un sentire moderno, in cui all’omologazione del pensiero si contrappore la capacità di autoanalisi e autodeterminazione.
La rappresentazione ricorda e rende omaggio alle vittime di errori giudiziari e di un sistema di accusa che sposta il processo dalle aule di tribunale, ai salotti mediatici. La narrazione si muove quindi su piani ed epoche differenti. Dallo scranno dell’antica Atene si finisce nell’aula bunker del tribunale di Napoli, passando per la cella di esecuzione di Vanzetti e lo spettacolo termina con il più grande caso di errore giudiziario che la memoria umana possa ricordare: quella crocifissione di un “diverso” compiuta oltre 2000 anni fa e per cui l’umanità tutta ha ancora da farsi perdonare.
Così, da monologo, il testo diventa un dialogo tra luoghi, tempi e soprattutto tra grandi uomini che sono stati in grado di seguire i propri ideali di giustizia anche nelle situazioni più buie.
Enrico Lo Verso ripercorre la disperata difesa che Socrate fece di se stesso, mentre intorno si muovono accusatori, difensori, giudici e compagni in una messa in scena impostata sull’entrata e uscita degli stessi attori da più ruoli e situazioni.
Alla narrazione discontinua degli imputati, si contrappone il dinamismo della danza e il perpetuo movimento del coro che anima la scena di quella stessa forza di vita che gli accusati hanno conservato fino alla loro ultima ora.
Info: 327 9097113