“Sono incazzato nero per i tradimenti e la piccolezza delle persone. Conte ha tradito se stesso, visto che ha mentito, ma soprattutto ha tradito il Movimento Cinquestelle”. Così Danilo Toninelli, membro del Collegio dei probiviri del Movimento 5 stelle, intervistato da Newzgen, la trasmissione prodotta da Alanews in onda su Twitch e YouTube. “
A due giorni dalla seconda votazione da parte degli iscritti al Movimento che ha di fatto confermato l’eliminazione della figura del Garante e la fine del vincolo del doppio mandato, Toninelli spiega quello che secondo lui avverrà: “Beppe Grillo agirà al fine di tornare proprietario del simbolo. Il suo studio legale farà un’azione al tribunale cancellando la manleva e contestualmente riprendendosi il simbolo, che è di proprietà di Grillo e solamente utilizzato da Conte, che dovrà farsi un partito suo. Perché non lo ha già fatto? Perché ci sono tanti soldi dentro le casse del Movimento Cinquestelle e questi soldi servono a chi vuole fare della propria vita e della propria professione la politica – sottolinea l’ex ministro – Da quando è arrivato a capo del Movimento, Conte ha iniziato a prendere i finanziamenti pubblici del 2×1000, quindi oggi la cassa detiene tanti soldi. Creare un partito nuovo per Conte, che doveva essere la scelta onesta, sarebbe stata una traversata nel deserto”.
Eppure la figura di Giuseppe Conte come leader del Movimento è stata scelta, a suo tempo, dalla stessa storica governance dei Cinquestelle: “E’ vero che l’ha messo lì Grillo a livello statutario, ma io le sentivo le chiamate di Di Maio a Grillo. Di Maio aveva un ascendente su Grillo incredibile – spiega Toninelli, rivelando qualche retroscena all’interno del M5S – Quando Di Maio propose a Grillo di dare la leadership a Conte gli disse: ‘Ha appena fatto il presidente del Consiglio, grazie al Covid ha avuto anche notorietà e un discreto seguito, mettiamolo lì così che si suicidi politicamente; tanto cosa vuoi che faccia Conte a capo del Movimento Cinquestelle?”. Toninelli vuole sfatare così quella che lui definisce “una credenza generale anche giornalistica per cui si è sempre detto che Grillo avesse chissà che potere. Non è così – ci tiene a precisare – Grillo al limite confermava quello che Di Maio suggeriva”.
Infine l’ex pentastellato si sfoga: “A oggi non andrei a votare perché il vuoto che sento dentro è la conseguenza di una perdita di un amore. Perché vi dico che oggettivamente non esiste più il M5S? Perché quel simbolo straordinario non è un disegnino grafico, ma è la politica come missione, è la politica che non deve essere fatta da professionisti della politica perché il professionista della politica è un professionista del rinnovamento della poltrona”.