SAVINO MONTARULI (UNIBAT): “ANCHE IN QUESTO MOMENTO POLITICA E CLASSE DIRIGENTE INCAPACI DI FARE SISTEMA. COSI’ SI ALIMENTANO AZIONI DI PROPAGANDA DANNOSE E PERSONALISMI INFANTILI”.


Una coesione territoriale efficiente ed operativa? Un sistema fatto di collaborazione e soprattutto di intenti comuni che diventi “modello” ed esempio da seguire anche quando sarà il momento di concentrarsi su come ripensare modi di essere e di agire messi profondamente in crisi dall’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus? Nulla di tutto questo nella Provincia Bat. Dieci comuni, dieci sindaci; un mondo associazionistico che non sia quello del PES Cnel che non rappresenta le Imprese in modo compiuto e diffuso quindi inaffidabile e non condiviso anche per inerzie di dieci anni dalla sua costituzione; una classe dirigente facente capo agli Enti Pubblici, esperti e Istituzioni tutte insieme per percorrere la nuova Via dello Sviluppo Territoriale e per affrontare l’emergenza sociale ed occupazionale, per dare risposte alle Imprese e per riconvertire completamente interi sistemi produttivi in crisi irreversibile. Questo è quello che continua a mancare. Un Tavolo Provinciale che veda innanzitutto coinvolta la Prefettura a colmare quel vuoto esistenziale di un Ente Provincia fine a se stesso ed incapace di rappresentare tutto il territorio, monco di una parte sostanziale della Rappresentanza a causa della malapolitica che ha distrutto completamente il tessuto politico e della rappresentanza sociale della città di Andria. Un Tavolo Organizzativo comune che avrebbe sicuramente evitato quello che anche in questi giorni si sta verificando a proposito dei Buoni Spesa destinati all’emergenza alimentare delle famiglie rimaste momentaneamente prive di fonti di sostentamento e di reddito. Si passa dalla propaganda pura, alimentata ciecamente dalla bramosia di spendere centinaia di migliaia di euro piovuti nelle casse comunali ma, in realtà, anticipazioni di cassa già previste e destinate, che potrebbero davvero rappresentare un elemento di propaganda, ai limiti del personalismo per quanti sono perennemente in campagna e non in quella dove si coltiva la terra e si fatica per produrre un raccolto che spesso non c’è. Un’assenza di coordinamento che ha portato, ad esempio, ciascun sindaco della Provincia ad assumere decisioni autonome rispetto al distanziamento sociale; ad assumere decisioni autonome e persino illegittime rispetto alla soppressione dei mercati periodici, prima, e di quelli alimentari, dopo; un’assenza di coordinamento che ha prodotto ordinanze inefficaci rispetto alla determinazione degli orari di apertura dei negozi e della classificazione merceologica, con la pessima figura di dover addirittura revocare quelle ordinanze sindacali. Assenza di coordinamento provinciale che ora sta causando non solo disorientamento ma addirittura danni ed anche in questo caso, a nostro avviso, persino illegittimità nel momento in cui ciascun comune procede con regole proprie in modo autonomo ed indipendente. Ecco quindi che accade l’inverosimile e l’assurdo allorquando in un comune viene indicata chiaramente l’impossibilità di poter accedere alla fruizione dei Buoni Pasto per coloro che siano già in possesso di interventi pubblici e di sostegni già erogati mentre in altri questo divieto non c’è; in alcuni comuni viene espressamente previsto l’accesso al beneficio anche di quelle famiglie che hanno vista chiusa per decreto o per ordinanza le proprie attività d’impresa mentre in altre città questa facoltà non viene espressa e così via per altri elementi di discordanza anche in relazione alle modalità di distribuzione dei buoni e consegna a domicilio dei pacchi alimenti alle famiglie bisognose aventi diritto. L’assenza di quel Coordinamento che deve innanzitutto partire dalla Prefettura, finalizzato anche ad evitare disuguaglianze, discriminazioni e persino qualche elemento di banalizzazione che pure è intrinseco in queste azioni autonome ed indipendenti dei comuni, dei sindaci, dei dirigenti comunali, degli amministratori e di quanti anche in questa drammatica occasione non hanno perso tempo per ergersi ad attori principali di quello che, anche in tempi di Coronavirus, si mostra essere il solito teatrino dove si alternano, sul palcoscenico, personaggi multimaschera con in mano quel copione buono in ogni occasione per tentare di far apparire grande, enorme, ciò che invece nella realtà spesso è piccolo, quasi invisibile, a volte del tutto inesistente. D’altronde se questo territorio è ultimo in Italia per le cose belle e buone e primo per quelle brutte e cattive la spiegazione c’è. C’è sempre stata ma tutti hanno continuato sempre a far finta di niente restando in quel cantuccio caldo avvolgente e protettivo, senza mettere in conto che poi arriva il Coronavirus e le cose cambiano, per tutti.