L’approfondimento delle diffuse criticità vertenziali in atto, ha caratterizzato i recenti lavori del Coordinamento politiche industriali della Cisl Taranto Brindisi – Fit, Filca, Fisascat, Fim, Femca, Fai, Felsa, Flaei, Fistel – presieduti dal segretario generale Antonio Castellucci e partecipato da Daniela Fumarola, segretaria generale Cisl Puglia.
Di particolare complessità la questione ex-Ilva in considerazione di nuovo piano industriale che, per le notizie acquisite in queste ore, scandisce l’ennesima riduzione di oltre 3 mila posti di lavoro, determinando gravi incertezze economiche e sociali al territorio ionico e al Paese.
Incertezze evidentemente legate non solo alla mancata responsabilità sociale di Arcelor Mittal nei confronti del territorio ma, anche, al suo venir meno al piano industriale precedente ed all’assenza di una politica industriale in particolare per la siderurgia da parte del Governo nazionale, così determinando gravissime preoccupazioni ai lavoratori diretti, a quelli in amministrazione straordinaria (As) e, in egual misura, a tutte le migliaia di altri impegnati nel sistema appalto e indotto.
Se positivo risulta l’impegno a riassorbire 28 unità lavorative della ex Miroglio, nel nuovo Progetto Agromed a Castellaneta, risultato di una trattativa difficile ma fruttuosa presso la task force regionale ed il Mise, resta ancora un auspicio la compiuta ripresa dei cantieri edili su entrambe le aree territoriali, di Taranto e di Brindisi, nel pieno rispetto dei protocolli anticontagio con riferimento ai quali unitariamente i sindacati confederali e le rispettive categorie hanno denunciato di recente al Prefetto di Brindisi varie disattenzioni, persino da parte di alcune aziende multinazionali.
La ripresa di questo comparto riavvierebbe, di conseguenza, le varie attività manifatturiere collegate, oggi anch’esse in grandissime difficoltà.
Quanto alla Centrale Elettrica di Cerano, a giudizio del Coordinamento politiche industriali della Cisl Taranto Brindisi si impone la necessità di un confronto urgente, in relazione all’impatto che avrà la chiusura del Gruppo 2, annunciato da Enel per gennaio 2021, quando certamente ci sarà una riduzione dell’impatto ambientale ma, al contempo, occorrerà aver compreso come affrontare l’altrettanta forte riduzione occupazionale diretta e indiretta che si sarà determinata.
Analoghe preoccupazioni sono correlate alla lenta ripresa del sistema trasporti, da quello urbano a quelli extraurbano, aereo e ferroviario.
E con riferimento ai sistemi portuali, se Taranto è sulla via del rilancio con Ylport, a Brindisi vanno messe finalmente a regime le opere funzionali al suo definitivo rilancio, nonostante le tante criticità che ricadono direttamente e indirettamente sulla centrale Enel e Versalis.
Sul merito, la Cisl Taranto Brindisi considera inappropriate, rancorose e irricevibili le dichiarazioni del Sindaco di Brindisi, il quale parrebbe volersi scegliere con chi interloquire sulle problematiche ambientali, occupazionali e dello sviluppo imminente e futuro della Città.
Eppure tali questioni raccomanderebbero il dialogo sociale come strategia necessaria e vincente per promuovere un costruttivo confronto partecipato.
Storicamente la Cisl, in tutte le sue articolazioni confederali, categoriali e a tutti i livelli di responsabilità, non ha mai manifestato preferenze o gradimenti verso governi nazionali, regionali o locali democraticamente eletti, perché i propri valori caratterizzanti dell’autonomia, della libertà, della partecipazione, della contrattazione, del dialogo, implementano ogni genere di vertenzialità che fa di questo sindacato, in Italia e nel territorio Taranto Brindisi, interlocutore credibile e soggetto sociale di riferimento di migliaia e migliaia di lavoratori, di pensionati, di donne, di giovani, di consumatori, di cittadini più in generale, i quali delegano ad essa altrettanto liberamente la propria rappresentanza ed i bisogni di tutela.
Ebbene, la Cisl con le sue categorie territoriali proseguirà nel solco della sua tradizione ad essere parte attiva in tutte le vertenze, così come continuerà a partecipare a tutti i tavoli tecnici che istituzionalmente vengono insediati.
E per quanto riguarda la vicenda Eni-Versalis, la nostra Organizzazione sindacale non farà mai mancare l’impegno rispetto al mandato che tanti lavoratori le hanno liberamente affidato, che non riguarda solo i loro destini occupazionali ma anche le ricadute personali e comunitarie in materia ambientale e di salute e sicurezza, sia interna che esterna alla fabbrica.
Anche per queste ragioni l’atteggiamento allarmistico e divisivo delle recenti Ordinanze, poi ritirate, inerenti al blocco produttivo del Petrolchimico, ha segnato il momento probabilmente più basso di un percorso di partecipazione tanto auspicata quanto vanificata da decisioni preventive di Palazzo di Città ancorché legittime ma, di fatto, poco utili in quanto si potevano ottenere gli stessi risultati anche senza di esse, grazie al possibile insediamento di un tavolo tecnico.
Bastava, infatti, senza polemica a tratti violenta, né schermaglie, né distinzione surrettizia tra buoni e cattivi consumata persino sui quotidiani locali e sui social per almeno dieci giorni, averne chiesto uno in loco.
In alternativa, stante la disponibilità del Governo, scandita chiaramente nell’incontro dell’1 giugno u.s. in Prefettura dalla sottosegretaria al Mise Alessandra Todde, sarebbe stato il caso di valorizzare ed integrare, il tavolo già istituito il 6 febbraio u.s., presso lo stesso Ministero per la vertenza porto-decarbonizzazione od anche ampliarlo su questioni attinenti allo sviluppo di Brindisi.
E’ oggi interesse di tutti i cittadini del capoluogo e, di riflesso, dell’intera area provinciale, che questo territorio, in tutte le sue componenti politiche, istituzionali, sociali, produttive, recuperi una capacità contrattuale autonoma con il Governo nazionale, in grado di riprendere un percorso interrotto a causa della pandemia da Covid-19 e di traguardare senza ulteriori ritardi la serie di progetti ancora in divenire, dal Contratto Istituzionale di Sviluppo, alla Zes, alle bonifiche, alla decarbonizzazione, alla infrastrutturazione materiale e immateriale.
Progetti che, se resi esigibili, potranno finalmente azzerare i rischi di definitiva marginalità sociale ed economica di questa parte della Puglia che non è né povera né residuale; ed è anche per questo che il sindacato confederale e la Cisl da tempo, chiede alla politica ed alle istituzioni locali di divenire parte decisamente meno arrendevole e più propositiva, possibilmente senza attardarsi in infelici quanto improduttivi confronti con altri territori.