«Finibusterrae», al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi le parole e la musica del mare
Secondo appuntamento della rassegna «Brindisi in Scena», sabato 24 ottobre, con inizio alle ore 18.30. «Finibusterrae» è uno spettacolo di teatro-canzone con Marcantonio Gallo e tre musicisti. Fruizione di spazi e servizi in sicurezza.
Al Nuovo Teatro Verdi torna «Brindisi in Scena», la rassegna di teatro, musica e danza con la partecipazione delle compagnie della città: il secondo appuntamento ha per titolo «Finibusterrae» ed è lo spettacolo di Marcantonio Gallo e Fabrizio Cito in programma sabato 24 ottobre, alle ore 18.30. Biglietti ancora disponibili solo presso la biglietteria del Teatro (T. 0831 562 554), aperta sabato 24 ottobre, giorno dello spettacolo, dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 18.30. Il biglietto ha un costo di 10 euro (ridotto bambini fino a 12 anni, 5 euro) e la visione è consigliata a partire dai 10 anni.
Marcantonio Gallo, accompagnato dalla chitarra di Vincenzo Maggiore, il contrabbasso di Camillo Pace e con Bruno Galeone ad aggiungere atmosfere con la sua fisarmonica, compie un esperimento di teatro-canzone con una trama di parole, ora cantate, ora dette, che nel loro vorticare raccontano una malinconica favola dai molti rimandi autobiografici. Lo spettacolo vedrà la partecipazione dell’attrice e cantante Chiara Torsello, che racconterà al protagonista la sua personale favola sul mare e sui suoi misteri.
«Finibusterrae» è un viaggio ai confini della terra. Il mare è lo specchio che mette a nudo, dove un uomo stende al sole la sua anima toccando i limiti dell’esistenza, respirandone appieno l’essenza, in bilico tra pazzia e poesia. Ogni giorno il protagonista va al molo per cercare le cose che il mare trova e restituisce. E lì scopre qualcosa che fa parte del suo mondo, la riconosce, la ritrova: tra le pagine di un diario perduto ricompone pezzi che appartengono al suo destino, al destino di ogni uomo.
Il mare rappresenta l’apertura, la libertà, ma anche il rischio, l’incertezza della relazione con l’altro. È in fondo la vita con i suoi andirivieni, i suoi motivi, le sue onde, le sue gioie e le sue illusioni. Il mare, dunque, è in fondo “il gran mare dell’essere” come lo chiama Dante in un passo della Divina Commedia, è il simbolo definitivo dell’esistenza umana e dell’universo, ciò che consente al poeta di offrire una visione completa dell’essenza umana. Le musiche originali e le parole di Marcantonio Gallo portano il protagonista a specchiarsi negli spazi infiniti e mossi del mare, spingendosi fino agli orizzonti mai esplorati, come una terra fatta di una umanità nuda, misteriosa, dove la pazzia e la poesia restituiscono parole nuove.
«Per qualcuno – ha detto Marcantonio Gallo – sei un esempio, un errore, una rogna o un dono, un appetito, un rimpianto, una fantasia, un’utopia, una necessità, un desiderio, un’invidia, una nostalgia. Non te ne accorgi, ma ogni giorno sei un nomade inconsapevole tra i pensieri della gente. Mi sono domandato se un matto sa di essere matto oppure crede che i matti siano gli altri. A mano a mano che scrivevo mi accorgevo che non può esistere una sola versione dei fatti. Con Fabrizio Cito ho cominciato a guardare alle parole da punti di osservazione differenti, definendo il carattere del personaggio. E a un certo punto si sono affacciate le canzoni, il mio primo amore».
Si sa, le canzoni nascondono sempre qualcosa, le parole incontrano la musica ma non si rivelano del tutto, lasciano sempre qualcosa in sospeso, di incompiuto, una traccia che arriva all’anima in mille modi come un’onda che si spiaggia in tante forme, ora lievemente, ora sollevando creste di spuma. «Il confine tra bene e male, tra follia e lucidità – ha continuato Marcantonio Gallo – è spesso labile e invisibile e la distinzione che ne facciamo è inesatta. La realtà è molto più complessa, siamo ambigui e nessuno di noi oggi può definirsi completamente savio. La follia, spesso, nasconde saggezza. A seconda delle persone e del livello di profondità del discorso, questa linea di distinzione è destinata a spostarsi. Oggi la società è costretta a confrontarsi con il concetto di diversità mentale e di alienazione».
Si comincia alle ore 18.30
Prezzo del biglietto: 10 euro (ridotto per bambini fino a 12 anni, 5 euro)
Durata: 50 minuti
Info www.nuovoteatroverdi.com – T. (0831) 562 554