Giovanni Bocci, tecnico specializzato brindisino, non può più vedere il suo bimbo di sette anni portato via dall’Italia nel 2015 dalla mamma kazaka condannata nel nostro Paese per sottrazione di minori. In occasione del quinto anniversario ha scritto una lettera aperta agli italiani

Carissimi italiani,

sono passati cinque anni da quel “maledetto” 27 ottobre 2015, dal giorno in cui io ho smesso di essere un padre ed il mio piccolo Giovanni di essere un bambino libero. Sono passati 1.825 giorni da quando Aigul ha rapito mio figlio portandolo con sé in Kazakistan.

In questi lunghissimi cinque anni ho incontrato tanta gente che ha provato a sostenermi, incoraggiarmi, mi ha dato una pacca sulla spalla e sussurrato che “tutto si sarebbe sistemato al meglio”: politici, amici dei politici, diplomatici, avvocati, giornalisti e tanti (ma tanti) altri. Ma ad oggi 27 ottobre 2020 non è cambiato nulla da quel giorno.

Nonostante Aigul sia stata condannata dal Tribunale di Brindisi a due anni di reclusione ed alla sospensione della responsabilità genitoriale e nonostante il piccolo abbia una “yellow notice”, lui è sempre lì, in condizioni non propriamente ideali ed idilliache per un bimbo di sette anni. Quello che continuo a chiedermi giorno e notte è “Perché’?”. Perché nessuno rende concreto ciò che le carte ed i giudici ordinano? Perché viene violata la convenzione dell’Aja? Perché ad un padre viene negata la possibilità di vedere il proprio figlio, se non per mezz’ora una volta l’anno in presenza della madre? Perché tutte le autorità interessate non sono riuscite a risolvere il caso?

Chiedo solo ai miei connazionali di condividere la mia “battaglia”, di aiutarmi a promuovere i miei diritti e quelli del piccolo Adelio, chiedo non continuare a tacere su un misfatto che altrove avrebbe sollevato un polverone. Cosa cambia tra Adelio e Alma Shalabayeva, cittadina non italiana? Lo Stato italiano ha fatto tanto per salvaguardare i diritti umanitari di questa donna. Vi chiedo col cuore in mano, di sostenere la mia causa per rendere Adelio un bambino libero come lo era fino a qualche anno fa. E’ questo che voglio !

Grazie !

Giovanni Bocci