Ottenere il permesso di raccolta rilasciato dai Comuni; far esaminare e certificare i funghi raccolti da un esperto micologo della Asl; acquistare solo funghi spontanei certificati e in buono stato di conservazione.
Sono alcuni consigli per prevenire le intossicazioni, elencati dal direttore del Centro di Controllo micologico della Asl, Liborio Rainò.
“I funghi – spiega – vanno trasportati e conservati, per breve tempo, in ambiente aerato, fresco e asciutto. Devono essere sottoposti a cottura in umido per almeno 25-30 minuti, poiché scarsamente digeribili, e vanno assunti in piccole quantità e non in pasti frequenti. I funghi epigei spontanei, inoltre, non vanno consumati da anziani, bambini e donne incinte”.
“La strada che porta all’intossicazione – aggiunge – passa anche attraverso le credenze popolari o gli ‘espedienti’ della tradizione: il test dell’aglio o del cucchiaino d’argento che dovrebbero annerire durante la cottura se il fungo è velenoso, o al contrario, la convinzione che i funghi sarebbero commestibili se rosicchiati da insetti o altri animali”.
Prima del consumo il raccolto deve essere esaminato da un esperto del Centro di Controllo che, nel caso di raccolta amatoriale, certifica i funghi in modo gratuito.
Il calendario dell’ispettorato micologico, valido fino al 31 gennaio 2021, è disponibile nei Comuni e negli Uffici d’Igiene Asl, con indicazione delle sedi e degli orari osservati dai micologi (in allegato il calendario con i nomi degli esperti Asl: Giampaolo Amatori, Pancrazio Sanasi e Antonio Tursi).
L’acquisto dei funghi da raccoglitori professionali o altri esercenti deve avvenire alla presenza del certificato di commestibilità rilasciato dalla Asl: va obbligatoriamente esposto e riportare, tra l’altro, il tipo, la quantità e la data di certificazione dei funghi in vendita, incluse le raccomandazioni per il consumo.
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