In Italia 16 milioni di pensionati sono di fatto sostenitori economici di figli e di nipoti ed è gravissimo che si disconosca, oggi, l’importante ruolo sociale ed economico da loro svolto, gravandoli dei diffusi disservizi della pubblica amministrazione, della chiusura di qualificati settori ospedalieri e, più in generale, di un piano pandemico inadeguato, vera concausa di tantissime morti di anziani presso gli ospedali e presso le Rsa.”

Questi alcuni passaggi della relazione introduttiva di Pietro De Giorgio, segretario generale della Fnp, la Federazione Pensionati Cisl Taranto Brindisi, ai lavori del Consiglio territoriale tenutosi in videoconferenza.

E’ in tale quadro che si colloca la supponenza di diverse istituzioni pubbliche territoriali e di quella regionale pugliese, accomunate dalla pretesa di voler affrontare le ricadute della pandemia senza il confronto con le parti sociali che – ha proseguito De Giorgiorappresentano le fasce più deboli socialmente, ovvero i cittadini sui quali la pandemia da Covid-19 registra effetti sanitari, sociali ed economici gravissimi, a motivo di uno stato Sociale nazionale e pugliese inappropriato e di un’emergenza sanitaria che sta generando discriminazioni ed emarginazioni, aumentando le diseguaglianze e mettendo in discussione la tutela dei diritti fondamentali della persona.”

Nel rimarcare “il ruolo peculiare sul versante politico ed organizzativo della componente femminile nella Fnp oltreché nella Cisl, anche attraverso i rispettivi Coordinamenti” è oltremodo necessario, per il segretario De Giorgio “rimuovere l’immobilismo che rischia di deteriorare, in queste settimane, le relazioni sindacali partecipative e rapporti sociali faticosamente costruiti con anni di confronto, a fronte della difficoltà di non potersi svolgere in presenza gli incontri con le ASL né con gli Ambiti Territoriali, per le necessarie verifiche sulla corretta attuazione delle disposizioni di riordino e potenziamento attuale della sanità e sulla continuità delle prestazioni sociali, previste dai singoli Piani Sociali di Zona.”

In collegamento video anche Filippo Turi, segretario generale Fnp Cisl Puglia il quale ha sostenuto che “l’Italia ha necessità di ripensare il proprio modello sociale e di sviluppo su scala nazionale ed europea ma a partire dalla prospettiva dei cosiddetti ultimi, dei nuovi poveri, degli esclusi e ciò richiede una grande alleanza sociale per una economia non asservita unicamente alla logica del profitto” e Francesco Solazzo, segretario generale Cisl Taranto Brindisi che ha definito “il Recovery Plan occasione unica per creare condizioni di progresso economico e sociale alle generazioni che seguono, grazie a progetti operativi e non certo a generici annunci, in materia di fisco, sanità, scuola, formazione, giovani, donne, lavoro, innovazione tecnologica, digitalizzazione, buon ambiente, perequazione delle pensioni.”

Per Pietro Ragazzini, segretario generale nazionale Fnp Cisl che ha concluso il dibattito “il Paese necessita di una forte coesione sociale ma, anche, di una stabilità politica ed istituzionale che realizzi scelte strategiche e strutturali capaci di consegnare alle generazioni future opportunità competitive e non solo debiti. La Legge di stabilità 2021 non contiene misure strutturali necessarie a far ripartire l’economia nazionale e, se opportuno si è dimostrato l’aver finalizzato risorse finanziarie al blocco dei licenziamenti, di contro mancano al momento investimenti per politiche attive del lavoro e dell’occupazione, a partire dal Mezzogiorno, quali scelte necessarie per togliere il Paese dalle secche della crisi e per tenere salde le pensioni di 16 milioni di anziani.”

Ciò ascrive al Governo, ha concluso Ragazzini “l’immane compito di gestire un’emergenza che è epocale e di ridurre le disuguaglianze sempre più marcate tra i cittadini, ritenendo tali obiettivi possibili a condizione di sottoscrivere un Patto sociale con i sindacati, con gli altri Organismi di rappresentanza e con il più ampio coinvolgimento delle forze politiche.