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BRINDISI.Gasdotto TAP/SNAM e Bosco di Tramazzone: disastro ambientale, non compensazioni.

Alcuni giorni fa si è riunita la V Commissione Ambiente del Consiglio Regionale Pugliese convocata da Fabiano Amati per parlare del danno ambientale causato dallo spillamento di una falda, che aveva allagato la trincea di scavo per il gasdotto TAP/SNAM in Contrada San Paolo a Tuturano.

L’agenzia ARPA aveva scoperto che era acqua salinizzata e così SNAM, in accordo con ARPA, prosciugava la falda, smaltendo “adeguatamente” l’acqua con centinaia di autocisterne. Dal giugno 2020 tali lavori hanno però lasciato a secco i pozzi delle case dei 400 abitanti del quartiere Torre Rossa, per buona parte case abusive non allacciate all’acquedotto, che usavano i pozzi per le necessità quotidiane, tipo lavatrice, bagno, orti, mentre da sempre si servono alla fontana pubblica per gli usi potabili dell’acqua. 

Ma tale falda prosciugata da SNAM alimenta anche il bacino del Canale Li Siedi nella Sito di Interesse Nazionale SIC IT9140001 “Bosco di Tramazzone”, Riserva Naturale Regionale Orientata “Bosco di Cerano” inserita nella Rete Natura 2000. Il Bosco di Tramazzone era stato sponsorizzato come Luogo del Cuore FAI proprio dal Comune di Brindisi. Tutta l’area di Tuturano è sottoposta a tutela idrogeologica, in quanto le falde superficiali (fino a pochi metri di profondità) sono di acqua meteorica (raccolta dalle piogge), mentre oltre i cento metri le falde sono salinizzate, perciò inutilizzabili. 

Come Movimento No TAP/SNAM di Brindisi avevamo denunciato subito il disastro ambientale agli organi di controllo, come l’ Autorità di Bacino e la Commissione  Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, Difesa del suolo, Risorse Naturali della Regione, alla Sovraintendenza per il Paesaggio e al Comune di Brindisi, che in una nota del 6 luglio chiedeva di ispezionare i luoghi e un mese dopo sollecitava gli enti interessati ad indagare sul fatto.

E ricordiamo che il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) di Brindisi, all’art. 16 NTA prevede che “Al fine di invertire la tendenza alla salinizzazione delle acque, sono vietati emungimenti di acque sotterranee nelle aree sottoposte a tutela idrogeologica.”

Ci sono nella Valutazione di Impatto Ambientale del gasdotto TAP/SNAM, le seguenti prescrizioni non osservate da SNAM:

  • A4. (garantire la compatibilità idraulica e geomorfologica degli interventi, in base ai criteri previsti dalla competente Autorità di Bacino della Puglia), 
  • A6. (al fine di verificare la sussistenza di interferenze sulla falda acquifera, generate dagli scavi e dalle perforazioni, al fine di definire eventuali ulteriori misure di tutela della falda stessa), 
  • A7. (dovranno essere valutati tutti i rischi di incidenti, ed in particolare eventuali spillamenti e spandimenti in fase di cantiere, e definiti dalla Regione gli eventuali ulteriori accorgimenti per limitarli)

Le prescrizioni all’opera sono state prescritte a SNAM proprio per tutelare i territori, i parchi e in particolare i SIC, ma nessuna di tale prescrizioni è stata rispettata da SNAM con l’intervento di emungimento della falda di San Paolo di Tuturano. 

Ed è assurdo che in Commissione, come riportato nel comunicato sul sito della Regione, Fabiano Amati ammetta che “forse c’è danno ambientale ma il Comune rifiuta confronto con azienda disponibile a opere di compensazione”: i danni si risarciscono e si ripristina lo stato dei luoghi, e fa bene il sindaco Rossi a rifiutare compensazioni dirette di SNAM. Ed è assurdo pretendere dal Comune un paradosso normativo impossibile come la sanatoria dell’abusivismo edilizio delle case, in modo tale che SNAM possa poi “compensare” gli abitanti con l’allacciamento all’acquedotto.

E non si capisce cosa ci facesse a quel tavolo l’assessore regionale all’ambiente Anna Grazia Maraschio: nemmeno lei ha parlato del danno ambientale al Bosco di Tramazzone, che è Riserva Naturale Regionale Orientata di 1300 ettari, classificata a livello internazionale come area di conservazione di habitat/specie, con un particolare clima della zona, con piante igrofile (olmo e carpino nero) che prediligono gli ambienti umidi, e ricca di biodiversità fluviale e marittima. 

Ora senza l’apporto delle falde, per colpa di TAP/SNAM, la riserva rischia il disastro,  e nessuno ne parla.

Proprio pochi mesi prima del fatto, Enel commissionava alla certificazione di CESI Spa e Kema Labs uno studio di compatibilità idrologica-idraulica proprio del Canale Li Siedi per la costruzione del gasdotto di allacciamento alla centrale Federico II, da cui risultava una portata di 25.6 m3/s per il bacino del Canale Siedi. E addirittura SNAM negli stessi mesi aveva fatto lo stesso studio di compatibilità idrologica sul Canale di Rau e su Fiume Grande, adiacenti a Cerano. Perciò gli studi scientifici sulla portata del Canale Li Siedi ci sono e sono disponibili sul sito del Ministero dell’Ambiente.

Il Movimento No TAP/SNAM di Brindisi manderà una seconda denuncia, dopo quella del primo luglio 2020, a tutti gli enti che, secondo la VIA del gasdotto, avrebbero dovuto controllare le prescrizioni. 

Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi

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