“Il ristoro annunciato alle Partite Iva pugliesi, o meglio strombazzato in campagna elettorale, era di 2.000 euro. Quello erogato effettivamente 1.600. Perché? La Regione Puglia ha deciso di trattenere illegittimamente 400 euro come ritenuta d’acconto. Invito gli assessori al Bilancio, Raffaele Piemontese, e alle Attività produttive, Alessandro Delli Noci, a restituirle subito.

“Riavvolgiamo il nastro: a luglio scorso la Regione pubblica il Bando Start come ‘misura di sostegno per i lavoratori autonomi titolari di partita Iva nell’ambito della gestione dell’emergenza epidemiologica causata dal Covid-19’. Vengono stanziati 124 milioni di euro. Con vari step la platea ammessa è di oltre 37mila professionisti autonomi pugliesi, molti dei quali letteralmente impoveriti dalla mancanza di lavoro. Per questo i 2.000 euro promessi dalla Regione hanno rappresentato una vera e propria mamma dal cielo. Solo che in cielo, vale a dire nelle casse della Regione, sono state trattenute 400 euro. Dopo le prime rimostranze, a settembre dello scorso anno l’assessorato al Bilancio ha posto un quesito all’Agenzia delle Entrate: sulle indennità-ristori Covid va operata la trattenuta fiscale del 20%?

“La risposta bastava andare a leggerla nel Testo unico delle Imposte sui redditi (art. 61 e 109, comma 5): quei contributi erogati in regime di emergenza epidemiologica ‘non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)’, ma anche nella comunicazione della Commissione Europea del 19 marzo scorso sugli aiuti di Stato ad inizio pandemia.

“Per questo motivo ho presentato un’interrogazione agli assessori Piemontese e Delli Noci non solo perché liquidi agli autonomi e Partite Iva pugliesi gli altri 400 euro, ma anche per avere un resoconto finale della platea dei beneficiari, ma anche le motivazioni per le quali ci sono stati molti esclusi”.