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La Uil pensionati “Stu Appia” chiede all’ASL di Brindisi di riaprire i tavoli sul rilancio del Servizio Sanitario e sul rafforzamento della medicina del territorio.

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I temi sono rivolti in particolare, alla richiesta di un nuovo modello organizzativo del sistema delle RSA; RSSA e delle politiche verso le persone anziane sole e non autosufficienti che intendono restare il più a lungo possibile nella propria casa. 

La tesi è verso l’assistenza delle persone fragili, posta sul “sociosanitario integrato” ma mai applicato, però necessario per la cultura del rispetto ai valori e ai principi delle “tutele e sicurezze” verso le persone anziane, gli ammalati oncologici e i disabili. 

Il Piano di Zona è lo strumento di pianificazione per lo sviluppo di una politica locale di servizi e interventi territoriali che hanno bisogno della presenza rappresentativa per la stesura del Piano Sanitario e Sociale integrato nel rispetto dei diritti civili necessari per migliorare e tutelare meglio la salute e il benessere dei cittadini, bisognosi di cure, in un periodo di grande incertezza economica e politica. 

Per fare fronte a questa situazione occorre perseguire fermamente e costantemente l’appropriatezza delle cure e dei percorsi d’intervento nella logica ineludibile di essere un Programma sociale –sanitario.

Purtroppo la dimensione finanziaria incide anche molto nel territorio. In base ai dati Istat,  presentati nei giorni scorsi – rapporto 2018, si rileva che la spesa sociale del Sud è molto bassa rispetto al resto d’Italia: 58 euro annui pro capite contro una media nazionale di 124 euro. 

La spesa del Sud dei Comuni più grandi  è di 96 euro (-1,3% per i servizi rivolti agli anziani) mediamente inferiore a quella dei comuni più piccoli dell’Italia Settentrionale  che è di 119 euro. 

La Uil pensionati STU Appia sa che la dimensione finanziaria incide molto nel territorio, ma il Governo nazionale è significativo fare uno sforzo per valorizzare meglio il Mezzogiorno perché, da una parte, il servizio sanitario rappresenta la migliore barriera per contrastare le disuguaglianze per la tutela della salute e dall’altra promuove ricchezza servizi e benessere sociale.

La pandemia ha dimostrato la necessità di una svolta per le cure. Sui disabili si fanno tanti annunci e pochi fatti. Le vaccinazioni per le persone fragili sono ferme o vanno a rilento, dovute, forse, a metodologie diverse che sono la conferma di una grande confusione sanitaria tra le Regioni. 

Chi ci rimette, purtroppo, è la famiglia della persona non autosufficiente. Serve l’impegno verso l’educazione del rispetto sui valori e sui principi per tutelare il disabile che ha bisogno di cure e preziose attività riabilitative e socializzanti.

Sono persone “vulnerabili” che non chiedono “incongruenze” e disparità di trattamento, secondo le situazioni di cure provenienti dal rapporto delle diversità territoriali.

Un’evidente disparità di trattamento, sicuramente più accentuato, è nelle periferie in particolare a Brindisi e in provincia,  perché la somministrazione dei vaccini è a più a rilento rispetto al percorso dell’Accordo di Programma.

La Stu Appia della Uil pensionati chiede di ripartire, ma ciò non è possibile farlo senza un riprendere i valori e un’accelerazione della campagna vaccinale completa e paritaria tra le varie regioni del Nord, del Centro e del Sud.

Il segretario Tindaro Giunta


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